Citto Maselli, con Le ombre Rosse, ritorna (fuori concorso) a Venezia dopo sessant'anni dal suo esordio professionale col film Bagnaia, paese italiano, premiato nel 1949. E ci torna con un film che mette allo specchio momenti diversi intorno a quel che accade nella dimensione sociale e politica di oggi.
Ovvero, quel che resta di un mondo utopico che (presume) alberga nei centri sociali e in vaghi sprazzi di congetture intellettuali. "Vengo volentieri - ci dice il regista - a presentare Le ombre rosse nella vostra regione, una realtà ricca di fermenti". Ce lo dice in presenza di Giovannino Russo, lo scrittore e saggista campano (ma lucano di adozione), presente agli appuntamenti più importanti del Lido.
A Rionero il regista Maselli verrà il prossimo 9 marzo (ore 18:00 Cinema Vorrasi) su invito del Cineclub "Vittorio De Sica - Cinit - BasilicataCinema (con il patrocinio del Comune di Rionero e della Provincia di Potenza) per discutere sul tema CINEMA E DIMENSIONE SOCIALE. Insieme al regista, interverranno il presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza, il sindaco di Rionero Antonio Placido, l'assessore provinciale alla cultura Francesco Pietrantuono, Lucio Attorre docente di storia moderna presso l'Università di Basilicata, il sociologo Michele Finizio e Armando Lostaglio giornalista e critico del De Sica, promotore della iniziativa, estimatore del regista.
La mattina seguente (ore 11:00) Citto Maselli incontrerà gli studenti dell'Ateneo lucano presso l'aula magna (Rione Francioso), in particolare quelli del corso di storia del cinema e la docente Manuela Gieri.
Si prevede un dibattito ad ampio raggio sulla dimensione sociale e la lettura che ne fa il cinema d'autore. Il film indaga con lievità poetica e a tratti con profondità il disagio, la solidarietà e la maniera di affrontare i bisogni collettivi da parte della sinistra. Ed è proprio un uomo di cultura di fama mondiale (è il sempre eccellente Roberto Herlitska), che viene invitato nel centro sociale Cambiare il mondo. L'uomo resta profondamente colpito dal fermento che anima quel luogo, credendo possibile sviluppare delle realtà socialmente e culturalmente d'avanguardia. L'idea raccoglie concreti consensi, eppure la mobilitazione intellettuale ed il fervore mediatico si accompagnano a scontri fino a toccare lo smarrimento del progetto.
In un primo momento il film - conferma Maselli - avrebbe dovuto chiamarsi "Anni luce" o ancora "Il fuoco e la cenere", ma gli sembrava troppo impegnativo, e così con la produzione hanno trovato genialmente questo titolo, Le ombre rosse, che rievoca la lontana epica americana di John Ford. Oltre dieci anni fa, il regista portò a Venezia un toccante Cronache dal terzo millennio, un'analisi-affresco di quel che sarebbe accaduto nel disfacimento dei valori, in interscambi di etnie e culture, ambientato in un condominio claustrofobico. Ora ritorna a parlare e confrontarsi sulla sinistra, e quel che appare intorno.
Chiara Lostaglio
Cineclub "V. De Sica"