Belviso: "Con la Rete di Inclusione Sociale, formazione lavorativa per i soggetti fragili"
Si è tenuto oggi a Roma presso la sede centrale della Croce Rossa Italiana l'incontro "Nuovi modelli per la governante pubblica: le politiche migratorie in un'ottica di sussidiarietà". Sono intervenuti il Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione del Ministero dell'Interno, Mario Morcone, il Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, il Direttore Generale della Croce Rossa Italiana, Patrizia Ravaioli, l'Assessore alle Politiche Sociali e alla Promozione della Salute del Comune di Roma, Sveva Belviso, l'Assessore ai Servizi Sociali, Istruzione, Pari Opportunità del Comune di Siena, Maria Teresa Fabbri, il Direttore per le indagini su condizioni e qualità della vita dell'Istat, Linda Laura Sabbadini, il Responsabile settore Cittadinanza Sociale della Regione Toscana, Giovanni Lattaruolo, Laurens Jolles, nuovo delegato UNHCR in Italia, il Capo Dipartimento delle Attività socio sanitarie CRI, Leonardo Carmenati, il Direttore dell'Ufficio regionale Mediterraneo e Capo Missione in Italia dell'OIM (Organizzazione Internazionale delle Migrazioni), Peter Schatzer.
"Nella gestione del fenomeno migratorio - ha detto il Prefetto Mario Morcone - è importante non limitarsi alla fase assistenzialistica ma costruire un percorso di inserimento delle persone straniere. Una politica che funzioni prevede che superata la fase di prima accoglienza si debba poi procedere con la fase di integrazione. Tutto lo straordinario lavoro svolto negli ultimi anni in favore dei migranti dimostra che un ruolo di enorme importanza nella rete di relazioni tra le istituzioni spetta alla Croce Rossa Italiana, dalla quale ci aspettiamo una rinnovata cura e rinnovata attenzione nelle politiche di accoglienza. L'auspicio del Ministero dell'Interno è di rinnovare questa collaborazione con le istituzioni che lavorano a favore degli homeless: sono gli interlocutori che insieme a Croce Rossa vogliamo in un rapporto di reciprocità e collaborazione".
"E' necessario - ha detto il Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca - ufficializzare a livello istituzionale il ruolo della Croce Rossa Italiana come ente preposto alla mediazione nelle politiche dell'immigrazione. L'esempio della chiusura del campo nomadi del Casilino 900 a Roma è emblematico: la Croce Rossa ha svolto un ruolo essenziale per combattere la diffidenza dei nomadi ad abbandonare quel campo. A volte capita che, dopo un primo momento in cui la nostra Associazione svolge un ruolo basilare in situazione di emergenza, la Croce Rossa venga messa poi alla pari di organizzazione con una storia ed una professionalità minore rispetto alla nostra. La CRI non si è mai tirata indietro in ogni situazione di necessità e continuerà a farlo".
"Abbiamo vissuto in prima persona - ha continuato Rocca - l'importanza di fare sistema nelle politiche sull'immigrazione. Alcune amministrazioni locali però si sono fatte condizionare dalla pancia della popolazione creando difficoltà per l'integrazione".
"Quella relativa all'apertura del CARA (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) - ha detto Leonardo Carmentati, Capo Dipartimento Socio Sanitario della Croce Rossa Italiana - nel 2008 anno in cui si sono verificati un numero straordinario di sbarchi a Lampedusa, è una esperienza emblematica. Oltre 750 migranti sono arrivati a Castelnuovo di Porto e sono stati accolti con titubanza dalla popolazione. Un incontro promosso dalla Croce Rossa in una parrocchia ha fatto cadere tutti i tabù della popolazione: è importante lavorare sulla cultura dell'accoglienza".
L'Assessore capitolino Sveva Belviso ha parlato del tema della sussidiarietà nel territorio con riferimento all'esperienza nella Capitale dove "abbiamo cercato - ha detto - di trasformare il soggetto pubblico in soggetto attivo progettando una risposta per uscire dalla politica assistenzialistica. In particolare stiamo sperimentando il progetto RETIS, una Rete di Inclusione Sociale, basato sulla formazione lavorativa del soggetto fragile per svilupparne autonomia e permettergli di rincamminare sulle proprie gambe, considerato che gli stranieri sono abili e capaci con una forte spinta dal punto di vista motivazionale".