Le organizzazioni della società civile sono stanche di attendere dalla politica riforme che non arrivano, mentre diritti fondamentali come quelli all'assistenza, alla salute, al lavoro non vengono tutelati adeguatamente dalle Istituzioni. Per questo la campagna "I diritti alzano la voce" organizza, sabato 27 febbraio, una mobilitazione nazionale con lo slogan "Cara politica, sui diritti delle persone non ne hai azzeccata una!". In una trentina di città italiane verranno organizzate conferenze stampa, stand, banchetti per far conoscere all'opinione pubblica le idee e le proposte della campagna.
Ieri, a Roma, i promotori della campagna hanno presentato alla stampa le loro "10 proposte per un'Italia civile" e spiegato le ragioni della mobilitazione. All'evento hanno partecipato esponenti della politica, del sindacato e del terzo settore. Le "10 proposte", sulle quali verrà organizzata una raccolta di firme che partirà proprio il 27 febbraio, riguardano aspetti centrali per un nuovo welfare: varare i Livelli essenziali di assistenza da garantire su tutto il territorio nazionale; estendere l'indennità di disoccupazione a tutti i disoccupati e limitare fortemente i contratti precari; introdurre il reddito minimo di inserimento; dotare il Fondo nazionale per la non autosufficienza di risorse adeguate; definire un Piano nazionale per la chiusura degli istituti segreganti per le persone con disabilità; investire nella formazione degli adulti e in progetti di riqualificazione professionale per disoccupati e cassintegrati; dare la cittadinanza e il diritto di voto ai migranti che da cinque anni risiedono in Italia, riconoscendo come italiani i figli degli stranieri che nascono nel nostro paese; aumentare le risorse destinate all'aiuto ai Paesi poveri dallo 0,16% allo 0,7%; riformare il sistema carcerario, ricorrendo alle misure alternative quando non c'è pericolosità sociale; combattere l'evasione fiscale e usare le risorse incassate per garantire i diritti sociali. Per gli organizzatori della campagna, il dibattito politico sul welfare parte da un assunto del tutto sbagliato: quello della riduzione dei costi. Come se qui non fosse in gioco la vita delle persone. La protezione dai rischi che l'esistenza comporta, infatti, è alla base della nascita dello stato sociale, che ha dato legittimazione e spessore sociale alla stessa democrazia. È chiaro a tutti che il welfare va riformato, e in profondità. Disoccupati, persone povere e non autosufficienti non trovano risposte adeguate ai loro problemi. Ma, appunto, il principio che dovrebbe guidare la riforma del nostro stato sociale dovrebbe essere quello di renderlo capace di maggiore protezione, non quello di ridurre i costi. L'esigenza di aprire un dibattito nel paese sulla riforma del welfare ha spinto le organizzazioni promotrici a dar vita a una vera e propria campagna. L'intenzione, infatti, è quella di non rivolgersi solo alle Istituzioni, ai partiti, ai sindacati, ad altri attori economici e sociali. Bensì, a tutti i cittadini. Contrastando i messaggi fondati sulla paura, sulla chiusura, sull'egoismo sociale, per affermare invece una cultura dei diritti, della solidarietà, dell'apertura agli altri e all'Altro.
I promotori della campagna, dunque, ritengono non più rinviabile una nuova stagione di impegno delle organizzazioni del volontariato e del terzo settore, che - autonome dai partiti - sappiano affermare con forza le proprie ragioni, riuscendo finalmente a farsi ascoltare da una politica negli ultimi anni sempre più sorda. Per maggiori informazioni vai sul sito della campagna: www.idirittialzanolavoce.org. In allegato una sintesi del documento dei promotori con le "10 proposte per un'Italia civile".