Quarantaduesimo giorno dal 12 gennaio, un martedì, quando a 13 chilometri di profondità, nelle viscere del sottosuolo dell'isola, la terra cominciò a vibrare, a sobbalzare e a spaccarsi, come volesse inghiottire tutto e tutti. Oltre 230 mila le vittime, 100 mila gli edifici distrutti, 190 mila quelli danneggiati, 600 mila le persone che hanno abbandonato la capitale.
Una catastrofe nel luogo dove ancora oggi non c'è corrente elettrica, con il coprifuoco fissato alle 18, dove la terra continua a tremare e dove il 45% dei sopravvissuti sono bambini o ragazzi senza famiglia e, proprio per questo, esposti al rischio di malnutrizione, malattie, sfruttamento sessuale, traffico di esseri umani. Il bilancio degli aiuti.
A distanza di un mese e mezzo, c'è da fare un primo bilancio delle risorse finanziarie raccolte in Italia e nel mondo, oltre che la verifica di come quel denaro è stato usato. Il governo italiano, soprattutto attraverso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, ha erogato 9 milioni e 541 mila euro, in contributi finanziari veri e propri e in aiuti materiali.
Oggi, alla Casa del Cinema di Roma, un seminario organizzato da Agire, l'agenzia che rappresenta nove fra le Ong italiane più grandi, alcune delle quali operano da tempo ad Haiti. L'incontro, aperto ad aziende e donatori privati, serve per discutere assieme il modo migliore per impegare il denaro raccolto attraverso gli Sms solidali ed altre forme, che ammonta - per quanto riguarda Agire - a 13 milioni e 600 mila euro.
Nel nostro Paese, in tutto, sono stati donati - da privati e varie istituzioni - 15 milioni 971 mila euro, attraverso due grandi centri di raccolta: da una parte, quello di Agire, il consorzio di 9 Ong italiane che collabora con la Dgcs del Mae e, dall'altra, la Croce Rossa. Per Haiti, stando ai dati dell'Ocha (Office for the Coordination of Humanitarian Affair) delle Nazioni Unite, sono stati raccolti poco più di 2 miliardi e 35 milioni di dollari in tutto il mondo, attraverso 1330 organizzazioni in 22 nazioni.