Maroni: nell'epoca della globalizzazione le migrazioni sono un problema di tutti i Paesi dell'Europa
Alla presentazione dei risultati del progetto 'Across Sahara II', il ministro dell'Interno ha sottolineato la necessità di sviluppare nei paesi d'origine condizioni economiche che trattengano e prevengano i flussi migratori
Il contributo dell'Unione europea nella lotta all'immigrazione clandestina «non è sufficiente», con l'Italia e gli altri paesi del Mediterraneo «costretti a fare da soli».
E' la denuncia ribadita dal ministro dell'Interno Roberto Maroni intervenuto ieri, insieme al capo della Polizia Antonio Manganelli, alla conferenza 'Le sfide nella gestione dell'immigrazione e delle frontiere in Africa e nella regione del Mediterraneo', presso il 'Polo Tuscolano' della polizia di Stato a Roma.
Il convegno - cofinanziato dalla Commissione europea e dal ministero dell'Interno nel quadro del programma Aeneas - è stato organizzato dal Dipartimento della pubblica sicurezza e ha costituito la conferenza finale del progetto 'Across Sahara II', un progetto ideato per lo sviluppo della cooperazione regionale e delle capacità istituzionali nella gestione delle frontiere e dell'immigrazione.
Il ministro Maroni ha affermato che trovare una soluzione al problema è possibile soltanto se «c'è una forte volontà comune di affrontarlo». «L'Europa - ha proseguito - deve fare di più. Bisogna capire, e far capire, che nell'epoca della globalizzazione il problema migratorio è un problema dei Paesi del Nord Europa non meno di quanto lo sia per l'Italia o la Grecia» annunciando che domani, in occasione della riunione dei ministri dell'Interno a Bruxelles con i nuovi commissari che si occuperanno di sicurezza e immigrazione, verrà posta la questione.
Tra le richieste del nostro Paese, ha spiegato Maroni «una maggiore efficienza di Frontex, più risorse e un maggior coinvolgimento di tutti i paesi europei perché - ha aggiunto - non si può pensare di arginare la clandestinità solo con le forze di polizia». «Noi lo stiamo facendo e bene - ha commentato - ma è un tamponamento perché la situazione si affronta sviluppando nei paesi d'origine condizioni economiche che trattengano e che prevengano i flussi migratori».
Tra i partecipanti alla conferenza, i rappresentanti di alcuni paesi africani e organizzazioni internazionali, il segretario generale dell'OIPC-Interpol Ron Noble, il direttore dell'Europol Robert Wainright e il direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere Rodolfo Ronconi e il capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione Mario Morcone.