Si è svolta nei giorni scorsi, presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, la quinta edizione della Giornata del Bambino Allergico.
Medici e specialisti hanno analizzato i tanti aspetti, non solo clinici, ma anche ambientali e assistenziali, della malattia, sempre più diffusa: in Italia dal 1950 ad oggi si è passati da un 10% della popolazione colpita da una manifestazione allergica ad un allarmante 30% , che include bambini e adolescenti in età scolare.
Proposta ai genitori una guida semplice, al tempo stesso essenziale, per affrontare il problema con gli strumenti adeguati: il "decalogo per la cura del bambino".
Tra i punti del decalogo:
- per la diagnosi di allergia vanno eseguite le prove cutanee (prick test) o il dosaggio sul sangue delle IgE specifiche per la sostanza che è sospettata allergizzante; se il disturbo è respiratorio devono essere effettuate le prove di funzionalità respiratorie (spirometria) per riconoscere l'asma bronchiale. Vanno assolutamente evitate le indagini alternative (cosiddette "prove di intolleranza") perché prive di alcuna validità scientifica e quindi inutili;
- al bambino allergico va evitato rigorosamente il contatto col fumo di tabacco;
- il bambino con allergia accertata ad alimenti o a farmaci deve avere la garanzia di non assumere mai l'alimento o il farmaco in causa. Ne va della sua vita;
- per il bambino allergico ai pollini va consultato il calendario pollinico che indica i periodi dell'anno "a rischio". In questi periodi si dovranno attuare i provvedimenti preventivi;
- al bambino allergico a sostanze presenti negli ambienti interni (come acari della polvere, peli di gatto, ecc) deve essere garantito che questi ambienti, in particolare la camera da letto, siano ben arieggiati e sgombri da arredi (tendaggi, tappeti, moquette) difficilmente lavabili;
-al bambino con grave malattia della pelle causate da allergia deve essere garantita la fornitura gratuita dei presidi terapeutici locali e sistemici necessari al controllo della malattia stessa.