- "100.000 euro all'anno - prosegue Daniela Colombo, Presidente di AIDOS - è il costo di 1 consultorio per la salute sessuale e riproduttiva nei paesi in via di sviluppo, che in 4 anni serve 20.000 donne e uomini". Ieri a Roma AIDOS, ActionAid e CESTAS hanno presentato il Rapporto "La salute materna dai finanziamenti al campo. Le politiche che fanno la differenza" che denuncia il grave ritardo della comunità internazionale nel raggiungimento del Quinto obiettivo di sviluppo del Millennio: riduzione di ¾ della mortalità materna e accesso alla salute riproduttiva nei paesi in via di sviluppo entro il 2015. "Siamo ancora in tempo per raggiungere il Quinto obiettivo - ha dichiarato Marco Simonelli, Responsabile programma Salute e Hiv/Aids di ActionAid Italia e curatore del Rapporto - per farlo è necessario raddoppiare i finanziamenti annuali per i servizi di salute riproduttiva e quadruplicare quelli per le attività di pianificazione familiare, come la comunità internazionale si è impegnata a fare nel 1994 sottoscrivendo il Programma di Azione del Cairo". "In campo sanitario - aggiunge Sara Paterlini, Responsabile comunicazione ed advocacy di CESTAS - è cruciale ricomporre la frattura fra approccio verticale, focalizzato su una sola malattia, e approccio orizzontale, volto a rafforzare i sistemi sanitari, anche attraverso il riconoscimento del principio della continuità della cura che garantisce l'assistenza per tutto il ciclo di vita e si concretizza nei luoghi dove si svolge la vita e non solo nei presidi sanitari". Un forte richiamo al riconoscimento dei diritti umani delle donne è stato infine lanciato da Sylvie Coyaud, giornalista e socia di ActionAid Italia, che ha sottolineato la necessità di rispondere ai bisogni insoddisfatti di pianificazione familiare delle donne: ben 350 milioni di coppie non hanno accesso a contraccettivi moderni e alle informazioni che permetterebbero loro di decidere quanti figli avere e quando. Il Rapporto mette in luce la necessità di riequilibrare la distribuzione degli aiuti garantendo che le risorse necessarie al contrasto dell'HIV siano aggiuntive e non sottratte alla salute sessuale e riproduttiva e in particolare sottolinea che: - l'approccio "verticale", ossia focalizzato su un'unica malattia, adottato in campo sanitario dalla comunità internazionale non è riuscito a garantire un accesso armonico ai servizi sanitari; - mentre la percentuale di persone che hanno accesso ai servizi per l'HIV/AIDS è cresciuta di 24 punti in quattro anni (2003-2007), la percentuale di persone che hanno accesso a servizi che non sono obiettivi immediati di iniziative verticali per la salute, ma che rientrano invece nei piani sanitari nazionali - come nel caso dei servizi per la salute materna - è cresciuta di soli 4 punti in sedici anni (1990-2006); - per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del Millennio e quelli stabiliti dalla Conferenza Internazionale su Popolazione e Sviluppo (ICPD), i donatori dovrebbero:  raddoppiare i finanziamenti annuali per i servizi per la salute riproduttiva e quadruplicare quelli per le attività di pianificazione familiare;  mettere al centro dell'agenda politica il rafforzamento dei sistemi sanitari di base, inclusi i servizi per la salute sessuale e riproduttiva, e la formazione del personale sanitario e parasanitario;  allineare le strategie e le iniziative per la salute globale alle priorità stabilite da ciascun paese beneficiario, tenendo in maggiore considerazione le esigenze manifestate a livello nazionale e locale dalle organizzazioni della società civile, delle comunità rurali, delle organizzazioni di donne, dei gruppi emarginati e vulnerabili  adottare nella definizione, nella attuazione e nel monitoraggio di tutti i programmi e progetti di sviluppo per la salute un approccio di genere che tenga conto dei diversi bisogni di uomini e donne, nel quadro di una uguaglianza di diritti e opportunità; Il Rapporto è disponibile on line su www.aidos.it, www.actionaid.it, www.cestas.org Ufficio stampa: AIDOS, 06/6873214, 3396489498, aidos@aidos.it

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