Ogni anno oltre mezzo milione di donne muore di parto, e 68.000 per essersi sottoposte ad aborti non sicuri. Sono i numeri da 'guerra' sotterranea, sulla pelle delle donne, quelli contenuti nel rapporto sulla salute materna 2010 di ActionAid, Aidos e Cestas, presentato ieri a Roma. 350 milioni di coppie - si legge nel rapporto - non hanno accesso a contraccettivi moderni e alle informazioni che permetterebbero loro di decidere quanti figli avere e quando. Oltre 14 milioni di adolescenti diventano madri tra i 15 e i 19 anni.
E almeno 536.000 donne ogni anno muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto: secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa), a livello globale il tasso annuo di mortalita' materna e' diminuito di meno dell'1% tra il 1990 e il 2005.
Di questo passo, sottolineano le Ong, e' davvero improbabile il raggiungimento del quinto Obiettivo si sviluppo del Millennio, con la riduzione di tre quarti del tasso di mortalita' materna. Anche quando l'aiuto pubblico allo sviluppo aumenta, denunciano le Ong, le risorse per la salute sessuale e riproduttiva diminuiscono: se dalla fine degli anni '90 anche la spesa per la salute globale e' aumentata, le risorse per la salute sono canalizzate prevalentemente verso malattie quali Aids e malaria ("approccio verticale").
Mentre i servizi di pianificazione familiare, che nel 1997 ricevevano il 40% del totale destinato alle attivita' di assistenza alla popolazione e salute riproduttiva - e ne ricevevano ben il 55% nel 1995 - sono scesi fino al 5% nel 2007.
In generale, quindi, nel decennio 1997-2007, mentre i finanziamenti per le attivita' di lotta alle malattie a trasmissione sessuale e all'Hiv-Aids sono saliti da 294 milioni di dollari fino a oltre 6 miliardi, i finanziamenti relativi alle attivita' di pianificazione familiare sono scesi da 663 a 438 milioni. Per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e quelli stabiliti dalla Conferenza Internazionale su Popolazione e Sviluppo, secondo le Ong i donatori dovrebbero raddoppiare i finanziamenti annuali per i servizi di salute riproduttiva e quadruplicare quelli per le attivita' di pianificazione familiare, oppure mettere al centro dell'agenda politica il rafforzamento dei sistemi sanitari di base, inclusi i servizi sessuali e riproduttivi, e la formazione del personale sanitario e parasanitario.