"La povertà, ce lo dicono le nostre mense, i nostri dormitori, i nostri centri ascolto sta crescendo. In questi anni difficili il Terzo settore non è stato con le mani in mano, non ha mai abbandonato la prima linea dell'impegno: ha anche dato vita a nuove forme per svolgere al meglio la propria azione sociale nei confronti purtroppo di una platea sempre maggiore.
Ma non è riuscito a dare visibilità ai poveri, a rendere "questione sociale" la crescita della povertà "strutturale" del nostro Paese, a dare politicità al proprio agire sociale avanzando proposte che potessero spingere anche le Istituzioni ad un impegno più costante e coerente. In questo devo ammettere che il Ministro Sacconi non aveva tutti i torti quando oltre un anno fa ebbe a dire che i poveri non hanno parte sociale che li rappresenti".
Così il portavoce del Forum del Terzo Settore Andrea Olivero a Milano all'Opera Cardinal Ferrari per l'apertura dell'Anno Europeo della Lotta alla Povertà e all'Esclusione Sociale. "Oggi - ha proseguito Olivero - senza stravolgere i ruoli, siamo pronti ad assumerci impegni nuovi".
"Al Terzo Settore, inteso come volontariato, associazionismo, cooperazione sociale, spetta il compito di portare il valore del dono nella sfera pubblica, facendolo uscire dai soli legami interpersonali". "Alle Istituzioni- ed è questo l'impegno che chiediamo - il compito d'investire di più e meglio nel contrasto all'estrema povertà, operando con maggiore determinazione per ridurre la forbice tra ricchi e poveri, contrastandone le cause: disoccupazione, lavoro nero e malpagato, sfruttamento dell'immigrazione, solitudine delle famiglie".
"Siamo pronti a discutere gli strumenti, a partire dalla social card; mettiamo a disposizione risorse formidabili: forza della gratuità, sussidiarietà e partecipazione. Ma è un preciso compito delle autorità politiche dare spazio al Terzo Settore, allearsi con esso per costruire comunità più giuste. Come è stato indicato nel Libro Bianco, non possiamo più attendere; dobbiamo procedere verso una nuova stagione "costituente", con tutte le responsabilità che questo termine presuppone".
"Noi - ha concluso Olivero - accoglieremo sempre il povero, non anteporremo mai ideologie all'uomo, ma non vogliamo essere le crocerossine di una società ingiusta che perpetua ingiustizie".