Si chiama "Handi dèfi", interessa i ragazzi dai 7 ai 13 anni e sta spopolando in Francia. L'obiettivo: mettersi nei panni di persone disabili per organizzare un viaggio ai Caraibi. Schianchi: "Uno strumento valido da usare nelle scuole primarie per sensibilizzare in modo ludico e intelligente"
ROMA - Si chiama "Handi dèfi", ed è il nuovo gioco di società che spopola tra i ragazzi francesi. L'obiettivo: mettersi nei panni di persone disabili per organizzare un viaggio ai Caraibi. I giocatori hanno dai sette ai tredici anni e le partite durano 45 minuti. Il kit da gioco è composto da una scatola, un tabellone e carte colorate, il tutto al costo di 30 euro.
"Questo gioco potrebbe essere un buono strumento da usare con i bambini delle nostre scuole primarie per sensibilizzare ai temi della disabilità in modo ludico e intelligente", sottolinea Matteo Schianchi, autore del libro "La terza nazione del mondo", nel suo ultimo post dell'omonimo blog sul sito Superabile.it. "In tema di disabilità nella scuola - e sul tema l'Italia ha una delle leggi più avanzate, sulla carta - si parla, giustamente, di qualità, continuità, durata del sostegno, della preparazione di insegnanti e assistenti, del numero di alunni disabili in classe, delle barriere architettoniche, del trasporto degli alunni.
Varrebbe la pena aggiungere con forza che, oltre al sostegno, la disabilità deve essere anche al centro di progetti di educazione per tutti gli altri alunni della classe". Parlare di disabilità, quindi, ma in maniera leggera. "La scuola resta una straordinaria agenzia educativa in cui, con progetti adeguati, linguaggi propri e la collegialità degli insegnanti, è possibile gettare le basi per costruire una cultura inclusiva.
Il più possibile libera da pregiudizi, stereotipi, buonismi e crudeltà che si imparano con gran facilità, senza accorgersene, diventando grandi, quando la disabilità cessa di essere vista come una differenza e diventa uno stigm", continua Schianchi. "Facciamolo, almeno per una lezione all'anno, anche giocando. Individuando modi, linguaggi, strategie per costruire una cultura che, come le tabelline imparate una volta per sempre, diventi per tutti gli alunni un bagaglio a mano da portare sempre con sé, oltre i 45 minuti della partita in cui si gioca ad essere disabili che partono per un viaggio ai Carabi". (ec/roma)