PIACENZA - Un nuovo modello di intervento nelle emergenze. Una sorta di colonna mobile dei Comuni da affiancare a quelle delle Regioni e della Protezione Civile. Obiettivo creare una struttura capace, autonomamente, di gestire le crisi causate dalle calamità naturali.
E' questo, in sintesi, quello di cui, a conclusione del convegno ?Missione Abruzzo: un modello di intervento integrato di Protezione civile', hanno discusso Roberto Reggi, Vasco Errani nella tavola rotonda seguita al convegno. "Valorizzare il contributo degli Enti locali - ha detto il sindaco di Piacenza - altrimenti rischiamo di perdere il lavoro efficace che è stato fatto". Reggi ha chiesto al presidente dell'Emilia Romagna che "il coinvolgimento dei Comuni venga formalizzato in una ?nuova alleanza' con le Regioni per garantire ai sindaci di poter esercitare la propria responsabilità in materia di Protezione Civile.
Questo progetto partito con ?Missione Abruzzo' - ha continuato Reggi - vogliamo portarlo al tavolo del Governo per avere un riconoscimento tangibile che darà più consapevolezza del proprio ruolo agli amministratori". E le Regioni? Vasco Errani, nella doppia veste di presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, si è detto d'accordo purché sia un sistema "integrato, governato e dove tutti abbiano pari dignità".
C'è un modello vincente? "Non vorrei peccare di presunzione - risponde Errani - ma credo che il modello Emilia Romagna sia molto efficiente. Nella nostra colonna mobile regionale partecipa, con un ruolo di primo piano, l'intero sistema territoriale. Non c'è quindi un livello sovraordinato ma una programmazione integrata. Questo è il modo migliore per garantire efficacia negli interventi". Il terremoto ha scosso l'Aquila e il suo interland fatto di piccoli Comuni che a più riprese hanno lamentato un trattamento di serie ?B'.
"Bisogna trovare misure di equilibrio tra gli interventi di carattere nazionale e quelle che sono le esigenze dei territori - dice Fabio Refrigeri, sindaco di Poggio Mirteto e presidente dell'Unioni dei Comuni della Sabina che aggiunge: "I modelli che noi pensiamo devono avere l'obiettivo di fare tutti i giorni qualcosa sui territori sia nella formazione che nella prevenzione. In questo modo si eviterebbero le disparità tra i piccoli centri e la grande città.
Dobbiamo recuperare su questo versante perché in questi casi nei piccoli paesi è maggiore la sensazione di essere abbandonati e questo va ad aggiungersi ad una carenza ?storica' di servizi e attenzioni. Infine Antonio Ragonesi, responsabile Anci per la Protezione Civile:
"L'esperienza abruzzese - dice - dimostra che il personale degli enti locali, dai tecnici alle Polizie municipali, è pronto a rispondere alle situazione di emergenza. È un patrimonio che non va disperso, dobbiamo valorizzarlo e riuscire a dargli le ?gambe' affinché possa andare avanti autonomamente. Preparazione e programmazione - conclude Ragonesi - per trasformare quello che è stato un eccezionale movimento spontaneo in una struttura stabile, funzionale e coordinata". (nw)

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