Il Decreto del Presidente della Repubblica 194 del 2001 sulle modalità di partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile è stato l'argomento che ha riscosso maggiore attenzione durante il convegno organizzato dalla Regione Piemonte Settore Protezione civile e sistema Antincendi Boschivi svoltosi sabato, 13 febbraio, all'Auditorium "Giovanni Agnelli" del Lingotto Fiere di Torino.
Tra i relatori, Luciano Dematteis - vicepresidente della Consulta nazionale volontariato di Protezione civile e vicepresidente di un'organizzazione di volontariato, l'Anpas, che conta oltre 100mila volontari attivi - ha spiegato le problematiche amministrative connesse all'applicazione del DPR 194/01.
«Se alcuni articoli del decreto - ha affermato Dematteis - sono attuati così come previsto e sono quelli relativi alla concessione di contributi finalizzati al potenziamento delle attrezzature e dei mezzi, alle modalità di intervento delle organizzazioni di volontariato e all'estensione dei benefici, altri, come l'articolo 1 sull'iscrizione delle organizzazioni di volontariato nell'elenco di Protezione civile, hanno una logica di attuazione po' diversa rispetto a quella seguita nella realtà.
Praticamente non esistono le verifiche né gli aggiornamenti, di fatto non c'è distinzione fra associazioni iscritte e non iscritte nei registri regionali». Dopo lo svolgimento delle attività addestramento o in occasione dell'emergenza - come è avvenuto in occasione dell'intervento dei volontari in Abruzzo - le organizzazioni interessate fanno pervenire all'autorità di protezione civile competente una relazione conclusiva sulle modalità di impiego dei volontari e sulle spese sostenute, corredate della documentazione giustificativa.
Nell'articolo 9 in questione, non si parla di una certificazione da parte di enti pubblici, ma di un riconoscimento della capacità di gestione propria dell'organizzazione e della sua idoneità a certificare l'intervento. «Accade però - spiega Luciano Dematteis - che spesso si verifichino ritardi nell'erogazione dei rimborsi per mancanza di dichiarazioni da parte dei funzionari del Dipartimento o delle Regioni.
Le associazioni sembrano, nella pratica, non godere di fiducia da parte del Dipartimento di Protezione civile che le vede come un'aggregazione di volontari non ben organizzata che ha bisogno di un "controllore"». Inoltre non è mai stata attuata la possibilità di ottenere, da parte dell'autorità che ha autorizzato l'attività, delle anticipazioni sui costi che le organizzazioni di volontariato andranno a sostenere nell'attività di soccorso, simulazione, emergenza e formazione teorico-pratica. In ultimo esiste una parte della normativa che ha notevole importanza, ma che è stata ignorata ed è la partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività del Dipartimento anche attraverso la loro consultazione nell'ambito del Comitato nazionale di volontariato di Protezione civile, istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il convegno - al quale erano presenti tra gli altri Luigi Sergio Ricca, assessore regionale alla Protezione civile, Agostino Miozzo, Dipartimento nazionale della Protezione civile, Roberto Giarola, coordinatore del Servizio Volontariato Dipartimento della Protezione civile ed esperti del settore - ha affrontato anche altri argomenti fortemente sentiti dal volontariato di Protezione civile tra cui la formazione, con particolare riguardo alla certificazione delle specializzazioni; gli aspetti assicurativi adeguati alle variegate tipologie di attività svolte dai volontari e le forme sinergiche con le altre realtà economiche e sociali che si occupano di formazione.
Luciana Salato
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