Un severo impianto sanzionatorio per i datori di lavoro, perché si possa effettivamente applicare il principio di pari opportunità nel mercato dell'occupazione: è questo, secondo quanto dichiarato dal Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, a "Il Sole 24 ore", il punto forte del decreto legislativo n. 5 del 2010, che attua la direttiva comunitaria 54/2006 sulla parità di trattamento tra uomini e donne sul lavoro, all'indomani dell'entrata in vigore, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
La Direttiva ha ottenuto il via libera dal Consiglio dei ministri del 3 dicembre scorso e vieta la penalizzazione delle donne nei luoghi di lavoro, obbligando i datori a corrispondere lo stesso stipendio ad uomini e donne, sanzionando chi discrimina una donna sul luogo di lavoro. Il decreto prevede, tra l'altro, il divieto di discriminazione per ragioni connesse al sesso, allo stato di gravidanza, di maternità o paternità, anche adottive.
Si interviene, inoltre, sul cosiddetto "gender pay gap": è vietata qualsiasi discriminazione, diretta o indiretta, relativa alle retribuzioni. Quanto all'accesso alle prestazioni previdenziali, viene riconosciuto alle lavoratrici il diritto di proseguire il rapporto di lavoro fino agli stessi limiti di età previsti per gli uomini. Per il Ministro si tratta di un ulteriore passo in avanti verso il raggiungimento della parità in ambito lavorativo e professionale, "anche se non basta una legge per colmare questo gap".
Tra le misure che il Governo ha messo in atto per sostenere l'occupazione femminile, Carfagna ha ricordato i "40 milioni stanziati per promuovere la rete delle tagesmutter, per il finanziamento di voucher destinati al pagamento di asili nido e babysitter".

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