Amnesty International ha chiesto alle autorità cinesi di rilasciare immediatamente l'attivista Liu Xiaobo, che si è visto oggi respingere l'appello contro la condanna a 11 anni inflittagli lo scorso 25 dicembre.
Noto intellettuale e sostenitore delle riforme politiche e giuridiche, tra i promotori del manifesto per le riforme "Carta 08", Liu Xiaobo paga il mero fatto di aver esercitato il diritto alla libertà d'espressione.
"Confermando la condanna, si è persa l'occasione di rimediare a un errore. Questa sentenza durissima è un cupo messaggio, inviato alla popolazione cinese e al mondo intero, che in Cina non ci sono ancora libertà d'espressione e indipendenza del potere giudiziario" - ha dichiarato Roseann Rife, vicedirettrice del Programma Asia e Pacifico di Amnesty International
Amnesty International sottolinea che si è trattato del terzo processo sfavorevole nei confronti di attivisti per i diritti umani della settimana. Lunedì 8 febbraio, l'appello di Huang Qi contro la condanna a tre anni di carcere era stato respinto, mentre martedì 9 Tan Zuoren è stato condannato a cinque anni. Sia Huang che Tan avevano chiesto alle autorità di assumersi la responsabilità, rispettivamente, per le morti dei bambini nel terremoto del Sichuan del 2008 e per la repressione del movimento per la democrazia di piazza Tiananmen nel 1989.
"È la conferma che chi osa criticare il sistema andando al di là dei parametri stabiliti dalle autorità o cerca di organizzare forme di società civile indipendenti, viene fermato" - ha commentato Rife.