Le tre proposte di legge presentate alla Camera da Bobba (Pd), Cazzola (Pdl) e Delfino (Udc) riguardanti la formazione permanente dei lavoratori, sulle quali vi è stata una audizione delle organizzazioni sindacali sono state successivamente unificate in un unico progetto di legge.
L'XI Commissione (Lavoro Pubblico e Privato) ha concluso l'esame degli emendamenti e ha trasferito il provvedimento alle Commissioni Parlamentari competenti in sede consultiva. Con lettera unitaria al Presidente dell'XI Commissione abbiamo espresso la protesta di CGIL, CISL e UIL per la mancata consultazione delle organizzazioni sindacali e abbiamo richiesto di individuare lungo il percorso parlamentare nuove opportunità per esprimere le nostre posizioni.
A seguito del nostro intervento, il Presidente dell'XI Commissione Silvano Moffa si è rivolto all'Ufficio di Presidenza della Camera e ci ha assicurato la programmazione a breve di un incontro per acquisire le nostre osservazioni sul testo unificato. Intanto la proposta di legge di iniziativa popolare sul diritto all'apprendimento permanete, presentata alla Presidenza della Camera il 18 gennaio scorso, è stata trasmessa alle Commissioni Parlamentari competenti per l'esame di merito.
Le proposte della CGIL nei confronti del testo unificato saranno pertanto riferite alla proposta di legge di iniziativa popolare per la quale abbiamo raccolto 130.000 firme. Inoltre chiederemo anche che il Parlamento esamini in tempi brevi la nostra proposta, la cui impostazione è certamente più coerente con la strategia europea di lifelong e lifewide learning. Il testo unificato si muove infatti esclusivamente all'interno della formazione professionale continua, trascurando la dimensione della formazione per la cittadinanza e la qualità della vita, le cui competenze di base e trasversali sono peraltro essenziali anche per una moderna formazione per l'occupabilità e lo sviluppo dell'innovazione.
Inoltre non sono previste misure espansive e di effettivo maggiore sostegno alla domanda formativa poiché tutto il testo è sottoposto al vincolo tremontiano del "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica". Di conseguenza oltre a non affermare il diritto all'apprendimento permanente come diritto soggettivo di ogni persona, non sono definiti gli interventi necessari per costruire un sistema nazionale che assicuri effettivamente l'esercizio del diritto.
Il testo poi risente dell'ideologia aziendalista secondo cui l'unica formazione utile è quella ?on the job', senza individuare i requisiti qualitativi che definiscono la capacità formativa dell'impresa.

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