Roma, 17 febbraio 2010 - 350 milioni di coppie non hanno accesso a contraccettivi moderni e alle informazioni che permetterebbero loro di decidere quanti figli avere e quando. Oltre 14 milioni di adolescenti diventano madri tra i 15 e i 19 anni. Dal 1990 ad oggi il tasso di mortalità materna nei paesi in via di sviluppo è diminuito di meno dell'1% contro il 5,5% stimato per raggiungere, nel 2015, il quinto Obiettivo di sviluppo del Millennio, che punta a migliorare la salute materna rendendo possibile l'accesso universale ai servizi per la salute riproduttiva.

Non solo. Tra il 1995 e il 2003 il numero degli aborti indotti è sceso da 46 a 42 milioni. Un calo che ha riguardato soprattutto i paesi sviluppati, dove quasi tutti gli interventi di aborto sono sicuri e legali. Nei paesi in via di sviluppo, invece, dove si registra la maggior parte delle interruzioni di gravidanza, oltre 20 milioni di donne ogni anno abortiscono in condizioni insicure.
Per questo 8,5 milioni di loro devono far fronte a gravi complicazioni e ben 3 milioni non vengono soccorse.

Quali sono le cause di questo fallimento? Perché i finanziamenti specifici per la pianificazione familiare e la salute sessuale e riproduttiva diminuiscono, mentre gli aiuti per la salute globale aumentano, anche se non in modo adeguato ai bisogni e agli impegni assunti? Quali sono le politiche che funzionano?

Per rispondere a questi interrogativi non basta solo un'analisi delle politiche di aiuto allo sviluppo, ma occorre verificare cosa realmente accade sul campo: ActionAid, AIDOS e CESTAS hanno rivolto queste domande a chi lavora ogni giorno nelle strutture sanitarie più remote in Africa e in Asia.

Il Rapporto 2010 La salute materna dai finanziamenti al campo. Le politiche che fanno la differenza, a cura di ActionAid, AIDOS e CESTAS, presenta un'analisi dettagliata degli aiuti allo sviluppo per la salute sessuale e riproduttiva, i risultati delle ricerche sul campo in Tanzania, Uganda e Nepal e suggerisce almeno tre aree di intervento prioritarie.

Intervengono:
Uber Alberti, presidente di CESTAS

Sylvie Coyaud, giornalista e socia ActioniAd Italia

Presenta il Rapporto 2010:
Marco Simoneli, Responsabile programma Salute e Hiv/Aids, ActionAid Italia

Coordina:
Daniela Colombo, presidente di AIDOS

L'iniziativa è realizzata nell'ambito della campagna "True Development Through Health" - "Non c'è sviluppo senza salute", co-finanziata dall'Unione Europea, che mira ad accrescere la consapevolezza dell'opinione pubblica dell'impatto che il miglioramento della salute potrebbe avere sullo sviluppo globale e la riduzione della povertà e a sensibilizzare i governi, gli organismi internazionali e le ONG. La responsabilità per il contenuto della presente pubblicazione, che non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea, spetta unicamente a AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo e DSW, Fondazione tedesca per la popolazione mondiale.

Ufficio stampa:
AIDOS, 06/6873214, 3396489498, aidos@aidos.it

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