Alla ventiquattresima tacca dall'inizio dell'anno (cioè al ventiquattresimo sgombero, di cui tredici nel solo mese di Febbraio) il Vice Sindaco di Milano e assessore alla Sicurezza si sente in dovere di dichiarare che l'amministrazione comunale "non agisce arbitrariamente ma seguendo una direttiva dell'Unione Europea che prevede l'allontanamento dei comunitari che non hanno mezzi per sostenersi".
"L'amministrazione comunale, questa volta offrendo un'interpretazione sbrigativa e fuorviante della norma europea, prosegue imperterrita nella sua politica di distruzione dei campi, di marginalizzazione degli insediamenti e di disgregazione dei legami sociali con i soliti obiettivi standard della "sicurezza" e della rimozione" dichiara Pietro Massarotto presidente del Naga. "Appare addirittura evidente come la lettura giuridica del Vice Sindaco sia strumentale. Peraltro non risulta che mai a nessuno dei cittadini allontanati sia stata contestata la carenza di mezzi di sussistenza nè addirittura che mai a nessuno sia stata notificata alcuna intimazione di sgombero" prosegue Massarotto, "proprio la Direttiva 2004/38/CE - ovviamente citata solo parzialmente da De Corato - prevede, peraltro, che in nessun caso una misura di allontanamento debba essere presa nei confronti di lavoratori subordinati, lavoratori autonomi o richiedenti lavoro".
Tuttavia l'amministrazione comunale di questo non si cura.
La stessa direttiva europea vieta espressamente l'allontanamento dei minori.
Tuttavia l'amministrazione comunale di questo non si cura. L'allontanamento collettivo, cui continuamente siamo costretti ad assistere, è vietato dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea del 2000.
Tuttavia l'amministrazione comunale di questo non si cura.
Il Naga continuerà a portare assistenza, sanitaria, materiale e legale, nelle aree dismesse della città e continuerà a ribadire, in opposizione ad una retorica istituzionale che neppur ormai più finge di trovare soluzioni, la sua contrarietà più assoluta alla politica degli sgomberi, effettuati oltretutto senza alcuna alternativa abitativa condivisa, accettabile e non forzata.
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