Conclusa la visita del sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, nei Balcani per rafforzare le relazioni dell'Italia con il Kosovo e la Bosnia. Tra le varie istituzioni attive per aiutare Pristina e Sarajevo c'è anche la Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina, presente in Kosovo dal 1999 soprattutto attraverso interventi nel settore dell'emergenza.
L'Italia è in particolare impegnata a sostenere il processo di stabilizzazione del Paese contribuendo, attraverso vari canali di finanziamento a specifici progetti nei settori della sanità, del rientro degli sfollati, dello sviluppo agricolo, del capacity building delle amministrazioni locali e della conservazione del patrimonio culturale.
In occasione della Conferenza internazionale dei Donatori del luglio 2008, l'Italia ha annunciato un contributo complessivo di 13 milioni di euro (divisi in tre anni) a sostegno del piano di sviluppo socio-economico presentato dal governo kosovaro. Il nostro Paese, inoltre, in quell'occasione ha fissato i settori che hanno formato l'oggetto del proprio intervento di cooperazione: la tutela del ricco patrimonio culturale kosovaro, lo sviluppo del notevole potenziale agricolo del giovane Stato balcanico e il settore sanitario, tradizionale area dell'azione italiana.
Tra le iniziative di maggiore significato nel settore del Patrimonio culturale, a seguito di una richiesta del ministero della Cultura kosovaro, la Cooperazione italiana, insieme al ministero per i Beni Culturali (Mibac), hanno approvato un programma del valore di un milione di euro in base al quale, durante l'anno, verranno mappati i maggiori siti d'interesse culturale, con l'obiettivo di valorizzare al meglio la ricchezza del patrimonio storico e artistico kosovaro e di favorire il dialogo interculturale.
Per quanto riguarda la Bosnia, l'impegno assunto dall'Italia a partire dal 1992 si è adattato al continuo mutare delle condizioni del Paese: dalle attività di emergenza nei primi anni della guerra, alla fase di ricostruzione e assistenza vittime dopo la firma degli Accordi di Dayton, fino agli interventi indirizzati nei settori prioritari intesi a guidare la Bosnia Erzegovina verso l'ingresso all'Unione europea.
Sulla base dell'evoluzione del quadro politico, sociale ed economico del Paese balcanico - e in sintonia con quanto indicato dagli organismi civili preposti al rispetto degli Accordi di Pace (Alto rappresentante - Ohr), dall'Unione europea, dall'Undp (Un development program) e dalle Istituzioni Finanziarie internazionali -, la Dgcs ha indirizzato il proprio intervento verso il sostegno alle politiche in favore dei diritti dei minori, il rafforzamento istituzionale e lo sviluppo sostenibile.
La Cooperazione italiana, inoltre, continuerà a riservare particolare attenzione anche ai settori dello sviluppo rurale sostenibile, alle politiche minorili, alla giustizia e al rafforzamento istituzionale. Obiettivi prioritari sono la pacificazione interetnica, lo sviluppo socio-economico e una sempre maggiore integrazione nell'Ue.
Il programma di cooperazione in atto, articolato in circa 25 iniziative a diversi stadi di attuazione, conferma la tradizionale sensibilità dell'Italia verso la popolazione; in particolare nel sostegno ai processi democratici e, indirettamente, nella tutela dei diritti umani, della democrazia, dello stato di diritto e del buon governo.
In termini quantitativi, l'impegno complessivo della Dgcs per attività in corso e in fase di approvazione ammonta a circa 30 milioni di euro a dono e 15 milioni a credito d'aiuto (Programma Pmi).