«L'Europa non può trascurare le ricadute sociali delle proprie decisioni. Le aziende multinazionali non possono ignorare la responsabilità che hanno nei confronti delle comunità in cui operano. La politica deve assumersi l'onere di scelte strategiche per il rilancio industriale del Paese».
E' quanto afferma il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero in riferimento alla vicenda dell'Alcoa, la multinazionale americana che minaccia la chiusura degli impianti siderurgici in Sardegna in assenza di una rassicurazione dell'Unione europea sulla compatibilità degli sconti per l'abbattimento dei costi energetici con le norme europee sugli aiuti di Stato.
Il presidente delle Acli esprime solidarietà ai lavoratori dell'Alcoa che stanno manifestando in queste ore in Piazza Montecitorio, in vista dell'incontro di stasera tra governo e parti sociali sul futuro dell'azienda. «Questa lunga crisi internazionale ci ha spiegato che i criteri della concorrenza e della finanza da soli non bastano a garantire lo sviluppo sostenibile dei Paesi.
L'Europa non può dunque trascurare le ricadute sociali delle decisioni che assume nell'interpretazione delle norme comunitarie. D'altro lato, le aziende multinazionali non possono ignorare la responsabilità che hanno nei confronti delle comunità in cui operano, a maggior ragione in virtù del sostegno che da quelle comunità hanno ricevuto, magari sotto forma di agevolazioni o di cassa integrazione».
Infine, conclude Olivero: «Neanche possiamo rassegnarci ad una politica dell'emergenza, che oggi prova giustamente a tamponare con l'Alcoa, domani con la Fiat a Termini Imerese. E' tempo di rilanciare un nuovo progetto di politica industriale nel nostro Paese. Senza scelte strategiche di politica industriale, non ci può essere futuro».