Poche idee, ma confuse. Questo potrebbe essere secondo il CIAI - l'ente autorizzato che per primo si è occupato di adozione internazionale in Italia - il sottotitolo della trasmissione Porta a Porta andata in onda su RAI UNO lunedì 1° febbraio.
"Ancora una volta si è persa l'occasione di fare chiarezza - sostiene il Presidente del CIAI Valeria Rossi Dragone - lasciando che passasse il messaggio che di fronte a tanti bambini che vagano soli per le strade di Haiti si debba rispondere i un solo modo: portamoli qui".
Una sintesi in pieno contrasto con una realtà complessa, in continua evoluzione, come è la realtà di un Paese allo sbando, prima del terremoto e ancor più in questi momenti. Ancora una volta si è parlato di bambini da salvare, come se fossero tutti uguali, come se gli interventi da mettere in atto potessero essere generici e standardizzati.
Prosegue Rossi Dragone: "Bene ha cercato di spiegare il Presidente di Save the Chidren quando, nel poco spazio lasciatogli dall'irruenza di altri ospiti che hanno inanellato una serie di inesattezze a dir poco vergognose, prima fra tutte l'Onorevole Mussolini, ha parlato di "diverse" categorie di bambini che necessitano di differnti approcci e interventi".
E poi, per l'ennesima volta, una bella confusione tra adozione internazionale e sostegno a distanza (due interventi lontani anni luce, neppure da paragonare), culminato con il confronto tra i costi dell'una e quelli dell'altro.
Il CIAI si congratula invece con il Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali On. Carlo Giovanardi, che ha tentato in ogni modo di far capire come, quando si parla di bambini stranieri e di accoglienza in Paesi "altri", non si possa far altro che ragionare in termini di diritto internazionale.