"Non c'è tempo da perdere. L'ennesimo caso di traffico di minori ha messo in evidenza che, in una situazione di caos generalizzato, le autorità locali non riescono a garantire a migliaia di minori in difficoltà una condizione di sicurezza.
Occorre aprire il canale dell'affido internazionale e realizzare così, con la stretta collaborazione delle autorità haitiane, un piano di emergenza per la sicurezza dei bambini."

Così il presidente di AiBi Marco Griffini commenta la notizia degli americani arrestati alla frontiera con la Repubblica Dominicana mentre cercavano di far uscire clandestinamente 33 bambini dal Paese. Ancora non è stata chiarita l'intenzione dell'organizzazione umanitaria; il Governo haitiano sospetta che i membri facciano parte di una rete di trafficanti di minori, mentre i membri del gruppo si sono difesi spiegando che la loro intenzione era quella di portarli in un orfanotrofio a Santo Domingo.
Da quanto si è appreso, i bambini caricati sul pullman non sarebbero orfani ma avrebbero quasi tutti una famiglia. "Temo che questi episodi siano solo la punta di un iceberg. Il rischio è infatti che altri bambini vengano sottratti ma nessuno abbia la possibilità di controllarli.
Una soluzione c'è: l'affido internazionale; si tratta di una strada assolutamente percorribile che permetterebbe a questi bambini di essere al sicuro e avere finalmente un po' di tranquillità." ha detto Griffini.

Ogni giorno arrivano agli uffici di AiBi centinaia di telefonate da parte di famiglie adottive che offrono la loro disponibilità ad accogliere in affido temporaneo un bambino di Haiti.

"Le nostre 3mila famiglie sarebbero disposte ad accoglierli per qualche mese, finché la situazione dell'isola non si sarà stabilizzata." ha ribadito Griffini. Nella proposta di AiBi la gestione dell'affido internazionale vedrebbe il coinvolgimento del pubblico e delle associazioni del privato sociale, ognuno nei rispettivi ambiti di presa in carico del minore, così come avviene per l'affido familiare dei minori italiani.

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