Ma non nell'auspicato senso dell'integrazione, della globalizzazione. Molto più banalmente un mondo senza confini perché le nuove generazioni non saranno in grado di riconoscerli.
Infatti, con la paventata "Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei", in discussione in questi giorni, la Geografia diventa una Cenerentola delle materie: scompare dagli Istituti tecnici, viene accorpata a Storia nei licei, e ovunque sensibilmente ridotta nelle ore d'insegnamento.
Studiare geografia non vuol dire orientarsi su una cartina alla ricerca dell'itinerario migliore: per fare ciò è probabilmente meglio utilizzare il gps. Ma nessun sistema satellitare fa conoscere i popoli o capire le motivazioni culturali, sociali, politiche o geofisiche che portano alle migrazioni, agli scontri tra etnie, alle guerre. Un esempio per tutti: come comprendere le conseguenze del crollo del Muro senza saper collocare geograficamente Berlino?
Confini e nazioni sono in costante mutazione: la geografia è dunque una materia viva, cui il nuovo ordinamento scolastico dovrebbe dedicare più ore anziché tagliarle.
"Auspichiamo da parte del Governo e del Ministro Gelmini un ripensamento in tal senso in fase di discussione definitiva - afferma Andrea Olivero portavoce del Forum del Terzo Settore - affinché si eviti un ulteriore impoverimento della formazione culturale delle nuove generazioni".