«Senza condivisione politica e senza il consenso delle parti sociali il provvedimento sull'apprendistato per i 15enni rischia di restare in gran parte inattuato». Lo afferma il responsabile del dipartimento Lavoro delle Acli Maurizio Drezzadore commentando l'approvazione alla Camera dell'emendamento al Ddl Lavoro che introduce la possibilità di assolvere l'ultimo anno di obbligo scolastico in apprendistato, condizionando tuttavia l'attuazione della misura a future intese tra Regioni, Ministeri e parti sociali. «Non si capisce - dice Drezzadore - come si possa trovare domani quell'intesa e quel compromesso che oggi si è voluto rifiutare». Le Acli, insieme ad altri, avevano infatti chiesto alle forze politiche di trovare «un compromesso», che nell'acconsentire l'assolvimento dell'obbligo di istruzione con contratto di apprendistato, garantisse però «un monte ore di formazione adeguato - 500 - in una istituzione scolastica e formativa». Il modello di riferimento è quello tedesco, che prevede per i ragazzi in apprendistato tre giorni lavorativi a settimana in azienda e due in formazione. «Il Governo ha voluto rifiutare questa proposta di compromesso - stigmatizza Drezzadore - ponendo le condizioni per un deficit formativo inaccettabile per i ragazzi che dovessero intraprendere a 15 anni la strada dell'apprendistato. Secondo gli ultimi dati Isfol, infatti, solo il 20% degli adolescenti in apprendistato è stato coinvolto dalla propria azienda in attività di formazione esterna, coprendo tra l'altro solo in parte il già esiguo percorso obbligatorio di 240 ore».

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