Cannoni ad acqua e battelli rovesciati, in uno scontro "da Davide e Golia" fra due equipaggi di Greenpeace e una flotta di cinque baleniere giapponesi nelle acque gelide dell'Oceano Meridionale, dove i grandi cetacei dovrebbero essere protetti da un Santuario internazionale. Le baleniere, munite di grandi stive frigorifere, stavano cacciando
e macellando balene minke, o balenottere minori, quando sono state individuate ieri da due navi dell'organizzazione ambientalista, Esperanza e Arctic Sunrise. Parlando per telefono satellitare alla radio australiana Abc, il comandante della Arctic Sunrise, Shane Rattenbury, ha detto che l'avvicinamento della flotta giapponese dà inizio alla campagna finora più estesa da parte di Greenpeace contro una caccia di scala massiccia che è scientifica solo di nome. A bordo delle due navi operano 70 persone provenienti da 19 continenti.
Nell'equipaggio dell'Esperanza anche un'attivista italiana, Caterina Nitto, skipper di professione in Sardegna. «Stamattina abbiamo visto una balena che era stata arpionata... abbiamo posizionato le nostre due navi a prua della baleniera madre per impedire che la balena venisse trasferita sulla nave, e siamo riusciti a fermare la manovra per circa 45 minuti», ha detto il comandante Rattenbury. «I giapponesi hanno quindi attaccato con cannoni ad acqua e hanno rovesciato uno dei nostri gommoni; fortunatamente siamo riusciti a riportare tutti a bordo. Poco dopo - ha aggiunto - una delle navi pilota giapponesi, per fare largo, ha speronato l'Esperanza, con una chiara violazione della legge del mare».
In Australia, Greenpeace ha chiesto al governo federale di fermare o ritardare una delle baleniere, la Keiko Maru, che si sta dirigendo verso Hobart, in Tasmania, con un marinaio che necessita un intervento medico urgente. Il portavoce dell'organizzazione, Steve Shallhorn, ha detto che Canberra dovrebbe cogliere questa opportunità per mettere in luce la sua opposizione alla caccia delle balene, e impedire alla nave di tornare alla flotta. Il ministro australiano dell'Ambiente, Ian Campbell, ha respinto la richiesta affermando che una simile azione sarebbe controproducente e ha assicurato che il governo rafforzerà le pressioni diplomatiche su Tokyo, costruendo una coalizione di nazioni contrarie alla caccia alle balene.
Nonostante i ripetuti richiami della Commissione baleniera internazionale che chiede al Giappone di bloccare la presunta caccia scientifica, quest'anno l'agenzia della pesca giapponese ha più che raddoppiato la quota di minke cacciata, arrivando a 935 e aggiungendo 10 balenottere comuni, specie minacciata d'estinzione. Di scientifico, sottolinea Greenpeace, la caccia non ha nulla: nonostante la scritta "Ricerca" dipinta sulla fiancata delle navi, le balene a bordo vengono pesate, sezionate e impacchettate per raggiungere i mercati del pesce.
23 dicembre 2005
Fonte: La Nuova Ecologia