Port au Prince, 19 gennaio 2010 - Le equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) a Port au Prince sono ancora sotto grande pressione, continuano a fornire cure d'emergenza al maggior numero di persone possibile e al tempo stesso continuano a cercare altre strutture che possano essere utilizzate come sale operatorie e sono inoltre attive per far arrivare ulteriori scorte. Allo stesso tempo MSF sta visitando le zone al di fuori della capitale, dove sta per avviare attività mediche.
MSF ha curato oltre 3mila persone nella capitale e ha effettuato oltre 400 interventi chirurgici. Le ferite più comuni e gravi sono fratture aperte, ferite alla testa e ferite infette che necessitano di amputazioni.
Marie-Christine Ferir, uno dei coordinatori dell'emergenza di MSF dice che la situazione è sempre più difficile e che le persone ferite nella città aspettano ancora troppo tempo prima di ricevere cure. "Gli ospedali che sono ancora in piedi sono pieni. Nonostante aumenti la capacità chirurgica nella capitale, grazie all'attività di MSF e all'arrivo di altre organizzazioni, siamo ancora lontani dal far fronte a un gran numero di pazienti che hanno un grande bisogno di interventi chirurgici. Siamo costretti a concentrarci sulle persone che hanno ferite molto gravi, per le quali l'intervento chirurgico può salvare la vita", racconta Marie-Christine Ferir.
MSF ha iniziato a montare l'ospedale gonfiabile con due sale operatorie e 10 posti letto in un campo aperto non lontano dall'aeroporto. Sebbene il suo arrivo sia stato ritardato dalla congestione del traffico aereo, le varie parti stanno finalmente arrivando a Port au Prince. Alcune di esse sono giunte a bordo di un aereo che è potuto atterrare all'aeroporto domenica, mente il resto è stato trasportato via terra attraverso la Repubblica Domenicana. MSF renderà questa struttura operativa non appena possibile.
Altre equipe di MSF hanno visitato le zone fuori della città e hanno trovato danni notevoli e grandi numeri di feriti alcuni dei quali fuggiti dalla capitale in cerca di cibo cure e riparo. A Jacmel, una città sulla costa meridionale, vicina all'epicentro del terremoto, circa il 60% degli edifici sono stati distrutti. L'ospedale di Jacmel è parzialmente collassato, ma MSF ha valutato che la sala operatoria è ancora utilizzabile e inizierà a lavorarci non appena possibile. Tuttavia le strade sono bloccate quindi le scorte devono essere portate in elicottero.
A Saint-Marc, a circa 40 chilometri lungo la costa, i danni non sono così gravi e molte persone da Port au Prince si sono radunate qui. MSF molto presto vi allestirà un altro centro medico come quello aperto recentemente a Leogane, una città a ovest della capitale, anch'essa seriamente danneggiata.
In generale, le scorte sono una grave preoccupazione. Le equipe di MSF hanno utilizzato grandi quantità di medicine e farmaci negli ultimi sei giorni e rimpiazzare tali scorte si sta dimostrando una sfida enorme.
I voli a Haiti sono ancora molto limitati. Un aereo che doveva arrivare domenica con altro materiale è stato dirottato verso la Repubblica Dominicana. Da lì le strade sono lente e congestionate.
MSF tuttavia è riuscita ad inviare altri operatori umanitari. Oltre 130 operatori internazionali di MSF sono giunti a Haiti dal momento del terremoto e stanno supportando le equipe di MSF che lavorano con sforzi enormi già dal 12 gennaio, in particolare il personale haitiano: molti di loro hanno lavorato senza sosta, nonostante abbiamo perso molte persone tra parenti, amici e colleghi.
MSF non è ancora stata in grado di rintracciare tutti i propri operatori, alcuni dei quali non sono sopravvissuti.
Sul sito di MSF, un video e tutti gli aggiornamenti da Haiti: http://www.medicisenzafrontiere.it/msfinforma/dossier.asp?IdDossier=5&ref=testataHomepage1
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