Spadafora (presidente UNICEF): no alle quote di alunni stranieri per classe, sì a un vero Piano nazionale per l'infanzia Non si comincia dal tetto per costruire una proposta di integrazione culturale, occorre bensì partire dalle fondamenta e lavorare sulla base del progetto di società che si intende costruire.
L'integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana è un elemento fondamentale per fare in modo che il Paese sia in grado di garantire i diritti a tutti i bambini e gli adolescenti, senza alcuna discriminazione.
Bisogna avere la forza di intervenire sulla normalità non basando le proposte di intervento sull'eccezionalità e prevedere, proprio nel Piano Nazionale dell'Infanzia che mi auguro il Governo - come promesso - presenti a fine gennaio, risposte e misure concrete che favoriscano l'interculturalità e l'integrazione come valori fondanti della nostra coesistenza civile, senza l'introduzione di criteri selettivi.
Ciò non solo è contenuto nello spirito e nella lettera della Convenzione sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, ma anche in un documento dell'UNICEF presentato all'inizio della XVI Legislatura, oggi quanto mai attuale, in cui si afferma di "favorire, tenuto conto dell'importante ruolo della scuola nel processo di inclusione sociale, l'inserimento scolastico degli alunni di origine straniera attraverso provvedimenti che mirino a ridurre il divario tra gli esiti scolastici di questi ultimi e gli alunni italiani, evitando il verificarsi di fenomeni di concentrazioni di alunni stranieri che si traducano in realtà scolastiche a forte rischio di segregazione".
Non ci risulta esista un provvedimento di fissazione di una quota di stranieri per classe in alcun paese europeo in cui peraltro l'incidenza percentuale degli alunni stranieri nelle scuole è di gran lunga superiore alla nostra.
La stessa normativa italiana prescrive di evitare la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri.
Chiediamo al Ministro Gelmini di riconvocare quanto prima l'Osservatorio Nazionale per l'integrazione degli alunni stranieri e l'educazione interculturale, istituito nel 2006, che da tempo ha smesso di operare, al fine di elaborare progetti adeguati che tengano conto delle esigenze di tutti - in primis di quelle famiglie, italiane e straniere, di cui occorre analizzare le preoccupazioni e dare risposte concrete in merito all'educazione ed al rendimento scolastico dei propri figli, senza strumentalizzazioni e discriminazioni.