Da gennaio a dicembre 2009 circa 1050 minori sono morti tra attacchi suicidi, scoppi di ordigni ai bordi delle strade, colpi d'arma da fuoco incrociati tra rivoltosi talebani e forze afghane e straniere, afferma l'Afghanistan Rights Monitor. "Durante tutto il 2009, l'anno più mortale dal 2001 per i minori, almeno tre bambini al giorno sono morti in incidenti correlati alla guerra mentre molti altri ne hanno subito conseguenze di gravità diverse e per la maggior parte non riportate" ha detto Ajmal Samadi, direttore dell'Arm. "Entrambi, maschi e femmine, hanno rappresentato il crescente numero di vittime della guerra e della criminalità in Afghanistan, ma il governo non ha fatto abbastanza per alleviare le loro sofferenze e ridurre le loro privazioni" ha aggiunto Hamida Barmaki, ufficiale dei diritti dei minori alla Commissione afghana indipendente sui diritti umani (Aihrc). L'Arm ha registrato nel 2009 almeno 2080 casi di violazioni gravi dei diritti: reclutamento di minori come attentatori suicidi e soldati di fanteria, omicidi, rapimenti, lavoro forzato, negazione dei servizi essenziali. Attacchi talebani alle scuole e alle sedi di assistenza hanno privato centinaia di bambini dell'accesso all'istruzione e alle cure mediche. L'Arm riferisce anche di abusi sessuali e di reclutamento di minori da parte della polizia e della sicurezza privata senza che il governo afghano facesse molto per arrestare queste pratiche illegali. Secondo un rapporto del segretario generale dell'Onu sulla situazione in Afghanistan e le relative implicazioni per la pace e la sicurezza internazionale, gli incidenti nell'ultimo trimestre del 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008 sono aumentati del 65%. L'Unama, Un Assistance mission in Afghanistan, ha registrato un brusco aumento dei decessi civili a causa della guerra: 784 tra agosto e ottobre, il 12% in più rispetto agli stessi mesi del 2008. "Ora siamo a un punto cruciale. La situazione non può continuare in questo modo se vogliamo raggiungere un risultato in Afghanistan" dice il rapporto del segretario. Ban Ki-moon chiede un "cambio di mentalità" alla comunità internazionale e al governo di Hamid Karzai per invertire la prospettiva di fallimento: "Unità nell'azione e maggior attenzione alle priorità chiave ora sono una condizione indispensabile".

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