Sette milioni di italiani costretti al frastuono, soprattutto quello notturno. Nessuna delle 103 province italiane è in regola, nemmeno quelle più virtuose, con i limiti di decibel, diurni e notturni, imposti dall'Organizzazione mondiale della Sanità, che nell'ottobre scorso è intervenuta stabilendo che la soglia di sopportazione si abbassasse da 65 a 55 decibel per il giorno e da 55 a 40 per la notte. E' quanto emerge da un'inchiesta pubblicata sul numero di oggi del quotidiano "La Repubblica". Per Legambiente, Milano e Napoli si contendono la testa della classifica tra le città più rumorose, ma anche le meno rumorose Livorno, Mantova e Bolzano superano comunque il limite massimo stabilito dall'Oms.
L'inquinamento acustico è provocato da una serie di fattori,al primo posto c'è il traffico urbano (53%), seguono i vicini di casa con il 16%, i cantieri con il 7%, il traffico aereo con il 6% e quello ferroviario con il 5%.
Per l'Oms alla pari delle sostanze chimiche nell'aria anche l'inquinamento acustico può essere molto pericoloso. L'auspicio dell'organizzazione mondiale per la sanità è che ci si avvii ad una cultura nuova e che le autorità investano mezzi e denaro per proteggere la salute da questo punto di vista. La scala delle possibili conseguenze riguarda disturbi uditivi, cardio-vascolari, cerebrali, digerenti, dell'equilibrio, respiratori. Già sopra i 30 decibel si registrano effetti che sembrano modesti, come l'aumento involontario dei movimenti del corpo o i risvegli dal sonno, oltre i 55 decibel invece è proprio il sistema cardiovascolare a risentirne.
In Italia la sensibilità intorno all'argomento non sembra ancora massimale, infatti sono solo 8 i capoluoghi di provincia su 103 che hanno adottato un piano di zonizzazione acustica. (am/a.d.a.)