Quella che segue è una storia di meglio gioventù, ricostruita attraverso fonti giornalistiche e un'intervista con il protagonista
L'altruismo di una giovane studentessa universitaria decisamente intraprendente, il mondo senza confini del web, e il cuore grande di tanti altri giovani italiani come lei disposti a rimboccarsi le maniche per il prossimo ai quattro angoli del pianeta. E' questa la ricetta della straordinaria solidarietà tricolore in versione 2.0, quella di una generazione cresciuta a pane e computer senza però dimenticare le ragioni dell'anima.
E' la storia di Selene Biffi, monzese, classe 1982. È lei la fondatrice e direttrice di Youth Action for Change (YAC), un'organizzazione no-profit interamente gestita da giovani tra i 15 e i 30 anni, e attiva in 120 Nazioni, da El Salvador all'Ucraina. Lei, nel suo ruolo di ambasciatrice del volontariato, ne ha visitati 37. Ora è in Afghanistan, dove già in passato aveva lavorato per portare aiuto alla popolazione civile, scampando miracolosamente ad un tragico attentato suicida contro la delegazione Onu cui era aggregata. Oggi è tornata a dare una mano a quella terra che nella storia non ha quasi mai conosciuto la pace per insegnare alla gente la difficile arte del vivere quotidiano in una realtà quanto mai avara verso i più poveri. «Il mio contratto con una piccola agenzia Onu prevede sei mesi per preparare un sussidiario» spiega. Sarà un vero e proprio vademecum, un manuale di sopravvivenza con consigli utili per la vita di tutti i giorni vissuta là dove anche conservare i cibi e tenere pulita l'acqua diventano quasi una "missione impossibile". «Scriviamo e illustriamo il perché l'acqua torbida vada almeno filtrata - racconta per l'appunto Selene - perché è necessario lavarsi spesso le mani. O insegniamo a non lasciare la carne macellata alla mercè di mosche e polvere».
L'idea per YAC è nata in seguito alla sua partecipazione all'International Youth Parliamen, un'iniziativa di Oxfam, nel 2004, in Australia. «All'inizio volevo creare un semplice portale informativo, che permettesse ai ragazzi italiani di ottenere informazioni riguardanti esperienze in paesi stranieri, ma una volta arrivata a Sydney mi sono resa conto che si poteva fare di più, dando vita a un 'ponte' fra i ragazzi di tutto il mondo che volevano rendersi utili nelle proprie comunità, e quelli che avevano già una grossa esperienza in ambito sociale. Una volta a casa mi sono data da fare fondando "YAC" e organizzando il primo corso a gennaio 2005». Di cosa si occupa? «YAC offre ai ragazzi l'opportunità di diventare protagonisti attivi del cambiamento in ambito sociale, offrendo loro strumenti e conoscenze per migliorare le cose in contesti chiave come i diritti umani, l'ambiente, la salute, l'educazione, ecc. Il tutto offerto in maniera gratuita e prevalentemente online, con corsi tenuti da ragazzi appoggiati da esperti adulti».
Selene, quasi sconosciuta in Italia, una Patria che purtroppo non è nuova a questa sorta di discriminazione del silenzio verso i suoi figli più talentuosi, è una vera e propria celebrità nel mondo del volontariato internazionale. Il suo curriculum è una cartina al tornasole di tanta fama, e anche solo a dargli una scorsa evapora qualsiasi possibile dubbio su quanto questa sia giustamente meritata: nella sua giovane vita Selene ha lavorato infatti con diverse agenzie ONU e Amnesty International, ed è stata la prima coordinatrice Italiana del Major Group on Children and Youth alla Commissione per lo Sviluppo Sostenibile dell'ONU. E pensare che, in Italia, quando è andata in cerca di finanziamenti per sostenere il suo progetto, si è vista chiudere tante porte in faccia per meri motivi anagrafici: "troppo giovane", infatti, per concludere qualcosa di buono agli occhi di chi pensa che solo l'età faccia curriculum.
Eppure lei, pur senza avere nemmeno un capello bianco, si è occupata di cooperazione allo sviluppo e affari umanitari in 15 Paesi, contribuendo a diverse pubblicazioni e stesura di policies a livello internazionale. È stata persino trainer e relatrice per organizzazioni quali ONU, Consiglio d'Europa, OSCE, Oxfam, Columbia University e Microsoft. Difficile fare spallucce di fronte ad un simile carniere di riconoscimenti solo per una mera questione di calendario. Eppure c'è chi continua a farlo.
Ma Selene è lei la prima a fare spallucce di fronte all'indifferenza, e tira dritta come un treno all'inseguimento dei suoi sogni, quantomai tangibili e concreti. Non esiste successo senza fatica, e la giovane monzese che a 22 anni ha fondato un'associazione destinata a tendere la mano ai bisognosi di tutto il mondo lo sa bene. Per tagliare i suoi importanti traguardi ha faticato parecchio anche sui libri. Ha conseguito una laurea in International Economics and Management presso l'Università Bocconi e un NOHA Master in International Humanitarian Action presso UCD (Irlanda) e Universidad de Deusto (Spagna), oltre a diplomi presso INSEAD (Francia) e Harvard University (USA).
Ha inoltre ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per il suo lavoro umanitario, e nel 2009 è stata eletta, la più giovane Europea di sempre, tra gli "Young Global Leaders" del World Economic Forum.
Eppure, nonostante si sia sempre conquistata tutto con le unghie e coi denti, scontrandosi spesso con l'indifferenza o addirittura l'incredulità di chi, solo per la sua giovane età, in passato non ha voluto scommettere sui suoi mezzi, nelle sue parole non c'è recriminazione alcuna: «Mi ritengo molto fortunata - dice anzi - Viaggio, giro il mondo, visito luoghi bellissimi. In più, riesco ad essere utile agli altri».