Sono stati rilasciati ieri dopo 20 giorni di detenzione i quattri attivisti di Greenpeace messi agli arresti nei giorni del Vertice sul clima di Copenhagen per la loro pacifica protesta "in smoking" effettuata in occasione del Banchetto di Stato per i leader che partecipavano al Summit. L'Alta Corte del Regno di Danimarca aveva infatti rigettato l'appello per il loro rilascio ordinandone gli arresti: gli attivisti dovranno ora affrontare il processo la cui accusa è prevista per oggi. Gli attivisti - Juantxo, Joris, Nora e Christian - erano riusciti a infiltrarsi al Banchetto (qui il video) mostrando lo striscione "I politici parlano, i leader agiscono". Nei giorni scorsi era stata manifestata solidarietà da tutto il mondo ai quattro attivisti.
"Condanniamo la decisione della Corte danese - afferma il primo comunicato di Greenpeace - come un'ulteriore "ingiustizia climatica" dopo il misero fallimento del Summit e dei cosiddetti leader che vi hanno partecipato: nessun accordo vincolante per tagliare le emissioni di gas clima alteranti. Altri dimostranti pacifici sono detenuti a seguito delle proteste realizzate in occasione del Summit". "La polizia intende tenere in prigione i quattro attivisti fino al 7 gennaio: questa detenzione, anche dopo la decisione della Corte, è a totale discrezione del Capo della Polizia della Danimarca".
Greenpeace ha lanciato una petizione online per chiedere al Ministro della Giustizia danese, Brian Mikkelsen, che l'azione dei quattro attivisti sia riconosciuta come un pacifico atto di disobbedienza civile per domandare "giustizia climatica".
Greenpeace ha affermato fin dall'inizio di aver "pienamente collaborato" con le autorità senza celare alcun aspetto delle proprie attività, compreso quanto ha portato il gruppo di tre attivisti a infiltrarsi nel cordone di sicurezza che avrebbe dovuto proteggere i Capi di Stato invitati al banchetto della Regina. "I nostri attivisti sono pronti a rischiare la loro libertà per una giusta causa. Abbiamo dato ampie assicurazioni che loro non si sottrarranno, come è sempre stato, al processo. Lasciarli in prigione per le feste di fine anno è stata quindi una violenza inutile e gratuita" - denuncia Greenpeace.
Le tre accuse gli attivisti sono di "infiltrazione abusiva, di essersi travestiti da agenti di Polizia e aver falsificato i documenti". L'aggravante è che tutto è successo in prossimità della regina Margherita, che si trovava all'interno del palazzo durante il banchetto di Stato. Per motivi di sicurezza i dettagli che hanno permesso l'azione non sono stati resi pubblici dall'associazione, ma Greenpeace ribadisce che l'operazione si è interamente basata su informazioni e materiali interamente pubblici. "Tutto l'apparato scenico aveva chiari elementi farseschi: in una delle limousine affittate, il logo di Greenpeace era ben evidente e fissato con un paio di calzettoni. Una delle targhe era con il numero 007 (quello di James Bond) e i lampeggianti della polizia sono stati comprati (Euro 6,70) su internet".
In questi giorni la nave ammiraglia di Greenpeace Rainbow Warrior si trova nel centro di Copenhagen, attraccata in prossimità del Ministero della Giustizia. Centinaia di persona hanno partecipato alla veglia e alla marcia dalla Rainbow al Ministero per chiedere la liberazione immediata per i quattro attivisti. "Per gli attivisti detenuti sono arrivati sulla Rainbow 16 chili di lettere di solidarietà da tutto il mondo" - riporta l'associazione. Inoltre la notte di Capodanno su uno dei palazzi della famosa Puerta del Sol di Madrid, dove migliaia di persone si riuniscono per salutare il vecchio anno, è comparso il messaggio "Libertad para Juantxo", il direttore esecutivo di Greenpeace Spagna, uno dei quattro attivisti arrestati. "Restiamo in attesa di sapere cosa succederà il 7 gennaio, la data d'inizio del processo" - conclude la nota dell'associazione ambientalista. [GB]