Roma 30 dicembre 2009 - L'espulsione di 4 000 Hmong, fuggiti dal Laos per cercare rifugio in Tailandia, avvenuta lunedì scorso, è il risultato di un accordo tra il governo tailandese e quello del Laos siglato nel maggio 2007. Entrambi i governi hanno riaffermato la loro determinazione a rimpatriare tutti gli Hmong in Laos entro la fine del 2009. Il governo tailandese si rifiuta di riconoscere il campo di Hmong in Huai Nam Khao come campo rifugiati e non considera il rimpatrio degli immigrati irregolari come una violazione del diritto internazionale.
MSF operava nel campo dal luglio 2005 ed era la sola organizzazione umanitaria presente. MSF aveva ripetutamente denunciato questa situazione, chiedendo di porre fine ai rimpatri forzati che avevano subito una brusca accelerazione nel dicembre 2008, con 200 allontanamenti ogni mese. Considerando queste persone come vulnerabili e bisognose di protezione, MSF aveva chiesto al governo tailandese di avviare un processo di revisione dei singoli casi, sotto la supervisione di un organismo terzo indipendente e riconosciuto come l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Questo organismo avrebbe potuto infatti valutare la legittimità delle paure espresse dal popolo Hmong di tornare in Laos, dove dicono essere perseguitati, e considerare la loro richiesta di protezione.
Secondo il diritto internazionale, gli individui che temono per la propria vita o per la propria sicurezza non possono essere rimpatriati con la forza. Inoltre l'eventuale rimpatrio deve seguire le procedure internazionali per la sicurezza dei rifugiati. Nessuna di queste condizioni è stata soddisfatta per il caso del campo di Huai Nam Khao.
"MSF ha richiesto la presenza di una organizzazione internazionale terza in grado di valutare la situazione nelle aree di ritorno e l'assistenza offerta in Laos. Non possiamo verificare la natura volontaria dei rimpatri e la sicurezza dei rimpatriati sul lungo periodo", ha dichiarato Marie-Pierre Allie, presidente di MSF Francia.
Nonostante le ripetute richieste, tra cui quelle di MSF e dell'UNHCR, il governo tailandese ha sempre negato la possibilità di intraprendere un processo di revisione per i rimpatriati sotto l'egida di un organismo indipendente prima del rimpatrio.
Il governo del Laos ha sempre negato l'accesso a ONG internazionali nei luoghi dove si trovano i Hmong rimpatriati.
Dopo quattro anni di lavoro nel campo Huai Nam Khao in Tailandia , MSF aveva interrotto le sue operazioni nel maggio 2009 a causa delle pressioni esercitate dai militari tailandesi sui Hmong per esortarli a tornare in Laos, ma anche per l'impossibilità di adempiere al proprio mandato medico umanitario in maniere neutrale e indipendente.
per informazioni ufficio stampa MSF tel. +39 06 44869249 - mobile +39 3346538545
Medici Senza Frontiere è oggi la più grande organizzazione umanitaria indipendente di soccorso medico, presente in 63 paesi con 365 progetti. In un anno i team di MSF hanno effettuato più di 8.500.000 visite mediche, curato 1.300.000 casi di malaria, vaccinato 2.5milioni di persone contro la meningite e 430.000 bambini contro il morbillo, effettuato più di 53.000 interventi chirurgici, assistito 12.000 donne vittime di violenza sessuale, aiutato a nascere più di 100.000 bambini, fornito il trattamento antiretrovirale a 112.000 persone sieropositive.