Amnesty International ha condannato l'ulteriore e del tutto evitabile perdita di vite umane durante le commemorazioni religiose dell'Ashura e ha chiesto alle autorità di garantire a tutte le persone che prenderanno parte, nei prossimi giorni, ad altre commemorazioni e a funerali, il diritto di riunirsi pacificamente e di esprimere la propria opposizione nei confronti del governo.
"La spirale di violenza è in aumento e il ricorso all'uso eccessivo della forza, da parte degli apparati di sicurezza, incontra una resistenza imprevista da parte dei manifestanti" - ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Le manifestazioni di domenica 27 dicembre sono state fronteggiate dai Basiji, paramilitari in borghese agli ordini delle Guardie rivoluzionarie, e dalle unità delle Forze speciali di polizia. I Basiji hanno fatto spesso uso delle armi da fuoco durante le dimostrazioni seguite alle elezioni presidenziali di giugno.
"La perdita di vite umane durante l'Ashura era del tutto evitabile e questo bagno di sangue deve finire immediatamente" - ha aggiunto Sahraoui.
Amnesty International è riuscita a contattare persone che hanno preso parte alle manifestazioni e agli scontri nel centro di Teheran.
"Nonostante gli appelli provenienti da più parti, Amnesty International inclusa, nei giorni precedenti l'Ashura, le autorità non hanno consentito lo svolgimento di commemorazioni pacifiche. La Guida suprema e il governo devono ordinare alla polizia di porre fine all'uso della forza e le Guardie rivoluzionarie devono togliere dalle strade i Basiji, la cui azione e presenza ha chiaramente esasperato gli scontri, provocando perdite di vite umane" - ha sottolineato Sahraoui.
Amnesty International ha nuovamente sollecitato il governo iraniano a invitare nel paese esperti indipendenti, tra cui quelli delle Nazioni Unite, per condurre indagini imparziali sulle violazioni dei diritti umani. Ieri sera, il direttore ad interim delle Forze per l'applicazione della legge nella Grande Teheran, Ahmad Reza Radan, aveva ammesso la morte di quattro persone e comunicato l'arresto di 300 dimostranti. L'agenzia Jaras aveva poi fatto i nomi di cinque persone uccise.
Ieri la tv di stato ha affermato che i manifestanti uccisi sono stati 15. Secondo le ultime notizie provenienti dall'Iran numerose personalità di spicco sono state arrestate nelle ultime ore: tra queste figurano il leader politico Ebrahim Yazdi, tre consulenti del candidato dell'opposizione Mir Hossein Moussavi, l'Ayatollah Mousavi Tabrizi e l'attivista per i diritti umani Emadeddin Baghi.
Un giornalista siriano, corrispondente di una tv di Dubai, risulta scomparso da ieri.