Il Consiglio dei ministri ha approvato il testo di un decreto legislativo per individuare, tra l'altro, i siti dove costruire le future centrali nucleari: il WWF reputa assolutamente priva di senso questa scelta, che non risponde ad alcuna reale esigenza, e contesta il merito del testo che ora andrà in Conferenza Unificata.
Il decreto prevede la definizione di un documento programmatico, la "Strategia del Governo in materia nucleare", nel quale si indicheranno tra l'altro la consistenza degli impianti nucleari da realizzare, la relativa potenza complessiva e i tempi attesi di realizzazione e di messa in esercizio degli stessi, valutando il contributo dell'energia nucleare in termini di sicurezza e diversificazione energetica. Tale documento dovrebbe essere parte integrante della strategia energetica nazionale che però, al momento non esiste, pur essendo stata annunciata entro il giugno 2009 e per la quale sarebbe lecito attendersi una larga consultazione delle parti sociali coinvolte. E' quindi più che evidente che per il Governo italiano il nucleare è una scelta ideologica, che non scaturisce da una precisa analisi e strategia.
Il decreto, inoltre, prevede la costituzione di un "Parco tecnologico" a cura della Sogin per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Pensa forse il Governo che con un nome così altisonante i cittadini non riconosceranno un deposito di scorie e le strutture per il riprocessamento delle stesse? Esiste il pericolo reale che tale "Parco Tecnologico" sia destinato al riprocessamento delle scorie provenienti dalle centrali in territorio italiano e non solo. La promessa di benefici economici per i comuni che accoglieranno le centrali e altri impianti del ciclo nucleare, oltre a rappresentare un nuovo e ingente esborso a carico dei contribuenti, svela la filosofia di fondo della strategia "compensativa" messa in atto, con l'intento di mettere i cittadini gli uni contro gli altri.
E che questo sia il fine è sottolineato dalle molte attività di comunicazione previste. Il decreto stabilisce infatti l'attuazione di una campagna di "informazione" per fare accettare ai cittadini il nucleare, che verrà appaltata tramite l'ex "SviluppoItalia", senza dire dove verranno reperiti i soldi (pubblici) per garantire soggetti privati, e senza nemmeno fornire le garanzie delle normative di controllo sugli appalti pubblici. Questi informatori saranno capaci di dire apertamente ai cittadini che non esiste al mondo un solo Paese (nemmeno la Francia e gli Stati Uniti) che abbia identificato un deposito per lo smaltimento definitivo e sicuro delle scorie a elevata radioattività?
Per il WWF è inoltre grave che sia affidata a imprese, anche private, la scelta dei siti sulla base dei criteri individuati. Le imprese hanno infatti un potere contrattuale molto maggiore rispetto a quello dei singoli cittadini e potrebbero più facilmente convincere le amministrazioni comunali, anche attraverso contributi economici, ad accettare il nucleare. Investire in una fonte costosa e inaffidabile come l'energia nucleare annullerà i già scarsi finanziamenti a favore dell'efficienza energetica e della ricerca sulle fonti rinnovabili, lasciando l'Italia nella posizione di fanalino di coda in settori strategici dove altri paesi stanno investendo somme ingenti.
"Il futuro dell'energia è nelle rinnovabili, non certo in una fonte come il nucleare che nel tentativo di risolvere un problema, ovvero le emissioni di CO2, ne apre infiniti altri" ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia.
Il nucleare costa troppo, non è sicuro, non libera dalla dipendenza energetica perché l'Italia non possiede risorse di uranio, aumenterà la militarizzazione del territorio, è una sciagura sotto il profilo ambientale a causa dell'irrisolto problema delle scorie e, non ultimo, la maggioranza degli italiani non lo vuole." Tanto più che la potenza installata in Italia è già superiore alla domanda di energia, anche in momenti di picco e quindi la costruzione di centrali nucleari non risulta assolutamente necessaria.