Milioni di persone nel mondo lasciano il proprio paese di origine in cerca di un lavoro, anche un lavoro qualsiasi, spinti dalla povertà e dall'insicurezza. L'impatto della migrazione sull'economia mondiale non è poca cosa: i lavoratori migranti inviano a casa rimesse ogni anno per un importo stimato che va dai 160 miliardi ai 250 miliardi di dollari. E, allo stesso tempo, contribuiscono alla crescita economica dei paesi che li ospitano. Oggi queste persone si trovano ad affrontare spesso condizioni di lavoro difficili e situazioni di discriminazione.
La domanda di manodopera straniera è in crescita, principalmente per molti lavori poco retribuiti e poco specializzati, come quelli in agricoltura, nella pulizia e manutenzione, nell'edilizia e nei servizi domestici e di assistenza sanitaria. I migranti si trovano spesso confinati a svolgere i lavori delle "tre D" - dirty, dangerous e degrading - che gli italiani rifiutano. Molti migranti lavorano inoltre nella precarietà e senza protezione.
L'INAIL ha dedicato e dedica molta attenzione ai lavoratori immigrati e stranieri con iniziative sul territorio che hanno come scopo quello di fornire loro una conoscenza di base dei rischi sul lavoro e dei sistemi di prevenzione utili a difendersi degli infortuni. Come ad esempio l'iniziativa "Lavorare sicuri" partita lo scorso luglio, o gli incontri con i lavoratori pakistani o la comunità senegalese realizzati dalla sede Inail di Reggio Emilia.
L'ultima rilevazione effettuata dall'Istituto del 31 ottobre 2009 relativa agli infortuni degli stranieri nell'anno 2008, ci dice che a fronte di un aumento occupazionale del 6%, l'incremento degli infortuni tra lavoratori stranieri nel corso del 2008 è stato solo del 2%, passando dai 140.782 incidenti sul lavoro del 2007 ai 143.641 del 2008. Sale invece il numero degli infortuni mortali, che nel 2008 arrivano a quasi 190 casi. Sempre nell'anno 2008 gli eventi infortunistici occorsi a lavoratori stranieri hanno rappresentato il 16,4% del totale. Quasi il 96% degli infortuni (per l'esattezza 137.279) si è verificato nel settore dell'Industria e Servizi, e prevale il peso delle attività di tipo industriale, in primo luogo le Costruzioni che con 21.017 denunce rappresentano il 14,6% di tutti gli infortuni riguardanti i lavoratori stranieri. Questo settore, inoltre, detiene anche il primato degli infortuni mortali tra gli immigrati: ben 47 nel 2008, che equivale a 1 decesso su 4 tra tutti quelli segnalati all'Istituto. Restano infine Marocco (22.535 denunce di infortunio), Romania (21.423) e Albania (14.741) i Paesi che ogni anno denunciano il maggior numero di infortuni, totalizzando nel complesso ben il 41% degli incidenti sul lavoro e il 46% dei casi mortali.