"Siamo preoccupati per il testo base su cui inizierà la discussione sulla riforma della cittadinanza. Dopo tanto parlare, il testo è un passo indietro rispetto alla legge attuale.
Sono anni che segnaliamo un anacronismo tra la nostra legge sulla cittadinanza e la realtà del Paese e dei nuovi cittadini; pensiamo soprattutto ai bambini nati e cresciuti in Italia, a quelli che vi sono giunti da piccoli e hanno frequentato le nostre scuole: non sono minimamente considerati".
Alla vigilia dell'inizio della discussione in Parlamento relativa alla riforma della legge sulla cittadinanza, il presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo, lancia un appello ai parlamentari di tutte le forze politiche:
"In Italia ci sono 800.000 bambini immigrati (il 23% del totale degli immigrati), e tra loro oltre 500.000 sono nati in Italia: perché continuare a trattarli da "stranieri", complicando il loro percorso di inclusione nel Paese che già considerano il loro?
Mi auguro che il 2010 sia l'anno in cui il nostro Parlamento sappia promuovere una legge che può cambiare la vita di migliaia di persone, ma anche il futuro del nostro Paese".
In particolare auspichiamo:
Che sia attribuita la cittadinanza, al momento della nascita, al bambino nato in Italia da genitori stranieri già regolarmente soggiornanti, i quali mostrino in concreto di volersi inserire nella società italiana.
Che al positivo inserimento del minore nel nostro Paese, anche se nato all'estero, corrispondano adeguate modalità di attribuzione della cittadinanza, già prima del compimento della maggiore età; rendendo altresì disponibili procedure opportunamente agevolate di naturalizzazione nei primi anni dell'età adulta per coloro che siano comunque giunti durante la minore età in Italia.
Che a coloro che diventano cittadini non venga anacronisticamente imposta la rinuncia alla cittadinanza di origine, salva la ricorrenza di imperiose, specifiche ed eccezionali esigenze di politica estera e di interesse nazionale.
Che ai giovani nati o vissuti in Italia sin dalla tenera età, ma già divenuti maggiorenni sotto il vigore della legge n.91/1992, sia transitoriamente consentito di valersi delle nuove regole di acquisto della cittadinanza durante la minore età.