L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato per consenso, venerdì scorso, la risoluzione sulla "Girl Child", incentrata sulla condizione delle bambine nel mondo e sulle violazioni dei loro diritti. Il testo contiene importanti richiami al tema delle mutilazioni genitali femminili, che rientrano tra le violazioni più aberranti dei diritti delle bambine. L'Italia, che ha rappresentato l'Unione Europea nel corso dei negoziati, ha proposto ed ottenuto l'inclusione, nella risoluzione, di elementi significativi, tra cui: la definizione dell'obiettivo dell'eliminazione della pratica nel corso di una generazione, con alcuni dei risultati principali da ottenersi entro il 2015; la condanna delle mutilazioni genitali femminili in quanto "violano, impediscono e rendono nullo il godimento dei diritti umani delle donne e delle bambine"; l'invito agli Stati ad affiancare le misure punitive con attività complementari di natura educativa che siano mirate a promuovere un processo di creazione del consenso sociale verso l'abbandono di tali pratiche. Il risultato raggiunto oggi a New York è anche il frutto della Riunione Ministeriale sulle mutilazioni genitali femminili presieduta lo scorso settembre dal Ministro Frattini. Si tratta di una tappa importante di un percorso articolato, che l'Italia intende proseguire con determinazione, in collaborazione con i Paesi africani e con gli altri Stati impegnati per contrastare le mutilazioni genitali femminili. Al tempo stesso, è un primo, incoraggiante tassello nella costruzione di un'iniziativa che ha un obiettivo chiaro ed ambizioso: un mondo dove non via sia più spazio per pratiche che violano la dignità e la libertà delle donne.

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