E' il progetto promosso da Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione e Oim per aiutare gli imprenditori asiatici ad orientarsi nella normativa italiana in materia d'impresa, stimolando anche la conoscenza reciproca
Coinvolgere gli imprenditori cinesi residenti in Italia attraverso incontri con esperti per aiutarli ad orientarsi nel complesso mondo della normativa italiana in materia di gestione d'impresa, diritto del lavoro e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Questo, in sintesi, l'intento del progetto 'Cinesi in Italia: percorsi di inclusione sociale', promosso dal Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione e dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), nell'ambito delle iniziative sostenute dal Fondo europeo per l'integrazione di cittadini di paesi terzi che coinvolgerà le città italiane dove maggiore è la presenza di imprese a titolarità cinese (Milano, Prato e Roma).
«Il progetto - ha spiegato il prefetto Angelo Malandrino, direttore centrale per le politiche per l'immigrazione - vuol provare a coinvolgere direttamente la comunità cinese. Non saremo noi a organizzare seminari e a scegliere gli argomenti, ma saranno gli stessi imprenditori cinesi a indicarci le loro necessità, i loro dubbi, i loro bisogni. Noi ci occuperemo di trovare - ha proseguito il prefetto - quei relatori ed esperti italiani (autorità cittadine, organi di controllo, camere di commercio, imprenditori, sindacati, associazioni di categoria, banche) in grado di chiarire elementi importanti del 'fare impresa in Italia', stabilire eventuali meccanismi di consultazione e promuovere il dialogo».
«Per far questo cercheremo di stimolare un'attiva partecipazione delle diverse comunità cinesi - ha spiegato ancora Malandrino - e ci avvarremo della collaborazione di Associna, un associazione che coinvolge cittadini cinesi di seconda generazione e che, in qualità di partner del progetto, potrà svolgere un ruolo positivo di mediazione e sensibilizzazione sulle tematiche proposte dal progetto».
Come rilevato proprio da una ricerca pubblicata nel dicembre 2008 dal ministero dell'Interno e dall'Oim, la comunità cinese ruota intorno al settore dell'imprenditoria (esistono oltre 22.500 imprese cinesi in Italia) ed è caratterizzata da difficoltà di interazione legate a problemi linguistici, a un basso livello di 'contaminazione' con il territorio ospitante, a carenza di informazioni e a una scarsa conoscenza delle norme italiane in materia di gestione di impresa e trattamento dei lavoratori.
«Purtroppo - afferma Peter Schatzer, capo missione dell'Oim in Italia - insieme alla presenza e all'espansione imprenditoriale e commerciale cinese in Italia, sono andati consolidandosi anche stereotipi e pregiudizi talvolta sfociati in atti di razzismo. Il progetto, nell'intento di arginare questo fenomeno, cercherà di stimolare la creazione di canali di reciproca conoscenza tra italiani e cinesi attraverso una strategia di informazione e comunicazione volta da un lato a raggiungere in modo più diretto ed efficace la comunità cinese, dall'altro a identificare spazi informativi sulla realtà cinese in Italia a beneficio di un pubblico italiano».
Le attività di questo progetto pilota si svilupperanno a partire dalle prossime settimane con l'organizzazione dei primi incontri conoscitivi e di interviste con rappresentanti delle comunità cinesi nelle tre città-target per concludersi nell'aprile del prossimo anno.