COPENHAGEN - Il WFP ha lanciato ieri un progetto pilota per fornire cucine a basso impatto ambientale alle donne in Sudan e Uganda, per ridurre i rischi che corrono di subire violenza mentre raccolgono la legna. Nello stesso tempo il progetto tende a proteggere l'ambiente.
Il progetto SAFE (Safe Access to Firewood and Alternative Energy in Humanitarian Settings) per cucine a basso impatto ambientale sarà sviluppato nel 2010 e coinvolgerà 6 milioni di rifugiati, sfollati e rimpatriati in 36 nazioni.
"Le donne e le ragazze non dovrebbero rischiare la vita e la dignità per il semplice fatto di dover cucinare per la famiglia. Il lancio del progetto SAFE aiuterà a proteggere le donne e anche l'ambiente con soluzioni pratiche ed estremamente necessarie", ha detto il Direttore Esecutivo del WFP Josette Sheeran.
I rifugiati e le donne che abitano zone a forte siccità sono obbligati a inoltrarsi nel bosco per raccogliere la legna. Abbattono alberi e sradicano arbusti indebolendo un eco-sistema già fragile. Si devono avventurare in zone poco sicure rischiando stupri e aggressioni. Ricercatori del WFP hanno rilevato come alcune donne spendano l'intera paga giornaliera solo per la legna mentre altre vendono le razioni alimentari per procurarsi il combustibile.
Il progetto SAFE del WFP accrescerà il numero di cucine a basso impatto ambientale e di più efficienti forni d'argilla distribuiti a quasi 100.000 donne nel nord Darfur. Queste cucine consumano meno legna e presentano minori rischi per la salute considerando le minori emissioni di fumo.
In Uganda, il WFP assisterà, in particolare, i rifugiati e i pastori nella regione del Karamoja, fortemente colpita dalla siccità. La nuova generazione di cucine verrà data a 35.000 famiglie e a 50 scuole. Contemporaneamente il WFP cercherà di sostenere le donne nella ricerca di fonti alternative di reddito.
I partner del progetto comprendono: Women's Refugee Commission, UNHCR, FAO e UNEP.