Nel corso dell'evento "CAPITALE FILANTROPICO. Come crescono le fondazioni d'impresa in Italia (e come farle crescere)" svoltosi in Assolombarda, Fondazione Sodalitas, Confindustria e Fondazione Giovanni Agnelli hanno presentato i risultati completi del Rapporto di ricerca
Le Corporate Foundations in Italia.
La ricerca - realizzata da Fondazione Sodalitas con ALTIS (Alta Scuola Impresa e Società dell'Università Cattolica) - è stata progettata negli obiettivi e nella struttura grazie al contributo di imprese aderenti alla Fondazione Sodalitas (ABB e Bracco), di fondazioni d'impresa espressione di imprese che ne fanno parte (Fondazione ATM, Fondazione Coca Cola HBC Italia, Fondazione Italcementi, Fondazione Vodafone, Fondazione Unidea), nonché di Fondazione Eni Enrico Mattei e Fondazione Umana Mente.
Sono 131 le Fondazioni d'impresa in Italia, e rappresentano il 2.8% del totale delle fondazioni italiane.
Nate prevalentemente nell'ultimo decennio, il 70% di loro ha sede nel Nord Italia (quasi il 50% nella sola Lombardia).
Le imprese che scelgono di dare vita a una propria Fondazione d'Impresa operano prevalentemente nel settore industriale (41.4%), seguito da quello bancario-finanziario (35.7%) e dalle utilities/servizi (18.8%).
Quali le ragioni alla base della scelta di costituire una Fondazione d'impresa? Prevalentemente il considerare l'impegno a favore della comunità come naturale espressione della cultura aziendale (indicato come rilevante o molto rilevante dal 78.6% del campione), seguito dalla forte motivazione dell'imprenditore o capo azienda (58.6%), dall'opportunità di migliorare la reputazione dell'azienda e le relazioni con la comunità (48.6%) e dall'esigenza di conferire continuità e professionalità a iniziative filantropichee di CSR (37.1%).
La scelta di dar vita a una fondazione a cui affidare gli interventi filantropici non riguarda soltanto le grandi imprese, ma, soprattutto negli ultimi anni, si è diffusa anche tra le aziende di piccole e medie dimensioni: "E' importante notare - afferma Ruggero Bodo, Consigliere d'Indirizzo di Fondazione Sodalitas - che oltre un terzo delle fondazioni corporate italiane ha budget inferiori a 500mila Euro. Questo significa che c'è ampio spazio per sinergie e collaborazioni su progetti congiunti".
I budget annuali gestiti dalle 131 Fondazioni d'Impresa italiane sono complessivamente pari a 150 milioni di Euro.
1/5 del campione dispone di risorse comprese tra 500mila e 1 milione di Euro, il 17.9% si colloca tra 1 e 2 milioni di Euro, il 10.4% tra i 2 e i 5 milioni.
Solo il 6.0% delle fondazioni d'impresa gestisce oltre 5 milioni di Euro, mentre il 3.0% dispone di risorse annuali superiori ai 10 milioni di Euro.
Nel 70% dei casi l'impresa fondatrice dota la fondazione delle risorse per operare con un'erogazione annuale definita dal Consiglio di Amministrazione.
Confrontando i dati 2008 e 2009 emerge che la crisi dei mercati non ha avuto un grosso impatto sui budget delle fondazioni d'impresa, rimasti stabili nel 78% dei casi e addirittura cresciuti nel 14%.
Segno che costituire una fondazione è per l'impresa una scelta strategica di intervento nel sociale.
Come le Fondazioni d'impresa utilizzano le risorse a loro disposizione? Emerge chiaramente dalla ricerca una forte propensione delle Fondazioni d'impresa a perseguire attività molteplici, sviluppando un approccio operativo misto, sia operating (gestione diretta di progetti) sia grantmaking (sostegno economico a progetti sviluppati da altre organizzazioni). Una carenza di focalizzazione che potrebbe indurre a riflettere sulle conseguenze in termini di efficienza ed efficacia nell'uso delle risorse.
Se ci si limita a considerare il solo profilo prevalente, ossia l'attività che la fondazione ritiene rappresentare la sua missione più rilevante, risulta che il 60% è impegnato principalmente sul fronte operativo (con netta prevalenza alla "promozione di ricerche, studi, borse di studio, conferenze in campo economico, sociale, scientifico, ambientale, culturale") mentre il 40% svolge prevalentemente un'attività grantmaking.
Guardando al profilo organizzativo, la governance monistica (il solo Consiglio di Amministrazione con a volte un Comitato Esecutivo al suo interno) prevale in modo netto, essendo il sistema dualistico un'eccezione (5.7% dei casi). Nel 39% dei casi la Fondazione si avvale di un Comitato scientifico.
Gli staff sono decisamente snelli: un quinto delle Fondazioni d'impresa non ha collaboratori, un terzo ne ha 1 o 2, un altro terzo ha uno staff che va da 3 a 5 persone, solo il 12% delle fondazioni d'impresa ha 6 o più collaboratori.
I ruoli presenti con maggiore frequenza sono il Segretario/Direttore (81.4%), il Program officer/Project manager (41.4%), l'Addetto ufficio studi (40%) e l'Addetto alla comunicazione (31.4%).
Se gli organici sono di norma contenuti, la Fondazione d'Impresa può d'altra parte contare su diversi supporti offerti dall'impresa fondatrice: disponibilità di tempo del personale (nel 65.7% dei casi), disponibilità di uffici (54.2%), servizi specialistici offerti dalle funzioni dell'impresa (40%).
Il punto di riferimento della fondazione nell'azienda fondatrice è di norma il Presidente o Consiglio di Amministrazione, a confermare ulteriormente la centralità della Fondazione d'impresa nella strategia aziendale di CSR.
I dati raccolti dalla ricerca Le Corporate Foundations in Italia confermano che la Fondazione d'impresa si è affermata come modello organizzativo scelto dall'impresa per attuare efficacemente la propria strategia di CSR, migliorando l'impatto delle iniziative filantropiche di intervento nella comunità.
"Il ritmo di crescita delle Fondazioni d'impresa in questi anni e l'interesse che la formula suscita anche in piccole realtà imprenditoriali - afferma Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli - suggeriscono di dare vita a momenti non episodici di monitoraggio e d'interazione cooperativa, ma anche a un vero e proprio ?servizio' per facilitare la nascita di nuove esperienze".
Un impegno condiviso anche dal sistema confindustriale, come testimoniato dagli interventi di Antonio Calabrò, Consigliere Incaricato Assolombarda con delega Responsabilità Sociale d'Impresa e Cultura, Pietro Guindani, Coordinatore Gruppo di Lavoro CSR-Commissione Cultura di Confindustria e Presidente Vodafone Italia, Alessandro Laterza, Presidente Commissione Cultura di Confindustria.