Il 10 dicembre si celebra la "Giornata internazionale dei Diritti umani", in memoria della firma da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite della "Dichiarazione Universale dei Diritti Umani", avvenuta a Parigi nel 1948.
Si tratta di un documento di 30 articoli, che ha probabilmente avuto, ha affermato Navi Pillay, Alto commissario dell'ONU per i Diritti umani, "l'impatto sul genere umano più significativo di qualsiasi altro documento nella storia moderna", e costituisce la prima Dichiarazione di carattere universale sui principi fondamentali dei diritti umani inalienabili.
La Dichiarazione, attualmente il documento più tradotto nel mondo, col tempo è stata riconosciuta come un contratto stipulato fra i governi e i loro cittadini: tutti gli stati, almeno virtualmente, l'hanno accettata. Essa ha costituito il fondamento per un sempre più ampio sistema di tutela dei diritti umani, e si concentra oggi anche sui gruppi maggiormente vulnerabili (persone disabili, popolazioni indigene, lavoratori migranti ecc.).
La Dichiarazione è composta da 30 articoli, più un "preambolo" che ha testualmente il seguente inizio: "il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo". Al giorno d'oggi, ha detto il Segretario generale delle Nazioni unite, "Nessun paese è immune dalla discriminazione. [?] Può presentarsi come razzismo istituzionalizzato, conflitto etnico, episodi di intolleranza e rifiuto, oppure come una versione nazionale ufficiale della storia, che nega l'identità altrui".
"La discriminazione - ha proseguito - colpisce individui e gruppi vulnerabili: disabili, donne e ragazze, poveri, migranti, minoranze, e in generale chiunque sia percepito come diverso. Queste persone sono spesso escluse dalla partecipazione alla vita economica, sociale, politica e culturale delle proprie comunità. Il pregiudizio, che li condanna e li esclude, può essere sfruttato dagli estremisti. In alcuni paesi, assistiamo all'ascesa di una nuova politica di xenofobia".
La commemorazione del 61º anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani intende coinvolgere il numero più alto possibile di persone, per evidenziare il ruolo della gente di tutto il mondo, come custodi e beneficiari della Dichiarazione. La celebrazione di tale evento, che si svolgerà lungo il corso dell'anno, fornirà spunti di riflessione e sarà l'occasione per ribadire l'obiettivo comune del perseguimento della pace tra i popoli attraverso la promozione, la protezione e la difesa dei diritti umani, nel nostro Paese e nel resto del mondo.
Quest'anno il 10 dicembre assume particolare rilevanza, considerato che si pone all'incrocio di altre due importanti ricorrenze: il 50° anniversario della "Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo", il 20° anniversario della "Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza". Sono interessate alla commemorazione: le Nazioni Unite nel loro complesso; il settore pubblico e privato; i media; le scuole; gli artisti; i rappresentanti della società civile.
Redazione internet - Ivana Madonna ( i.madonna@governo.it)