LA Cgil e la Flc hanno presentato al Ministro Gelmini il parere richiesto su nuovi indirizzi e opzioni dell'istruzione tecnica e professionale.

Questi i punti principali:

- i processi di innovazione e riforma del sistema formativo devono essere finalizzati ad assicurare a tutti una solida formazione di cittadinanza e una scelta tra percorsi di pari dignità culturale;

-occorre in particolare un nuovo rapporto tra scuola e mondo del lavoro che abbia come riferimento non il sistema produttivo come è - con competitività e produttività declinanti - ma come deve diventare anche grazie al nuovo e più efficace contributo che il sistema formativo più qualificato può offrirgli;

-il riordino dell'istruzione tecnica e professionale deve rispondere all'esigenza di percorsi tecnico-professionali forti e qualificati, capaci di innalzare le competenze professionali delle persone e di sostenere il riposizionamento del nostro sistema produttivo nella direzione della qualità e dell'innovazione;

-i processi di innovazione produttiva richiedono all'istruzione tecnico-professionale la formazione di profili professionali specializzati riferiti a comparti produttivi strategici per lo sviluppo del paese, non servono profili professionali rigidi e delimitati e una formazione specialistica frammentata e precoce come se potessero durare immutati per tutta la vita lavorativa;

-il limite generale della riorganizzazione in corso dell'istruzione tecnica e professionale è rappresentato dall'assenza nelle politiche del governo di un disegno innovatore cui fare riferimento;

-il riordino dell'istruzione tecnica e professionale, previsto dalla legge 40/07 ha trovato un nuovo riferimento normativo nella legge 133/08 che, essendo mirato esclusivamente al risparmio di spesa. ha dato luogo a provvedimenti attuativi nei quali si è persa la spinta innovativa;

-rimane la canalizzazione rigida e precoce di percorsi separati e con identità rigidamente definite, scelti alla fine della terza media, che confermano le gerarchie tradizionali. Manca del tutto la prospettiva di costruire un biennio obbligatorio unitario e orientativo per tutta la scuola secondaria superiore;

-si rischia di perdere per strada anche l'obiettivo, dichiarato, di individuare indirizzi "limitati e ampi" ed essenziali, dato che con le opzioni già proposte nello schema di regolamento gli 11 indirizzi originari dell'istruzione tecnica sono scomposti e si aggiungono opzioni fino a diventare 19, ma potrebbero diventare 31 se venissero accolte le ulteriori 12 articolazioni proposte;

-il compito dei percorsi di istruzione tecnico-professionale deve essere, invece, la formazione di solidi strumenti scientifici e tecnologici di base e di competenze che si caratterizzano con sempre maggiori livelli di trasversalità, tali da creare professionalità non bloccate ma in evoluzione e da dotare i nuovi tecnici di un'autonoma capacità di apprendere lungo tutto il corso della vita lavorativa;

-occorre pertanto recuperare e sviluppare l'interazione dell'istruzione tecnico-professionale, finalizzata a costruire profili ampi, con i poli formativi attraverso processi di integrazione e complementarietà con la formazione professionale, l'istruzione tecnica superiore e la formazione continua.

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