Lo ha riferito il ministro Maroni incontrando gli amministratori delle province di Varese e di Como. Fuori dalla graduatoria sono rimasti progetti per una cifra doppia rispetto a quella stanziata l'anno scorso
I progetti per la sicurezza nei comuni che non sono rientrati in graduatoria e per i quali quest'anno non sono stati stanziati fondi
"saranno finanziati con beni sottratti alla mafia". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni durante gli incontri con gli amministratori delle province di Varese e di Como.
Complessivamente sono stati presentati per la sicurezza urbana dei comuni oltre 2.800 piani, come progetti di video sorveglianza o potenziamento delle forze dell'ordine. Tra questi, ha riferito Maroni, sono stati scelti "i più validi e interessanti", finanziati l'anno scorso con 100 milioni di euro.
La regione che ha ottenuto il maggior numero di finanziamenti è stata la Lombardia alla quale sono stati assegnati 27,5 milioni di euro. "Non si tratta di un favore - ha precisato Maroni - ma è dovuto alla bontà dei progetti presentati".
Fuori dalla graduatoria, però, sono rimasti progetti che, ha riferito il ministro dell'Interno, "arrivano a una cifra che è circa il doppio di quella stanziata". L'anno prossimo il Viminale metterà a disposizione dei comuni la somma che servirà a finanziare le iniziative sulla sicurezza e che sarà versata dal 'Fondo Unico Giustizia' a disposizione dei ministeri dell'Interno e della Giustizia.
"I soldi sequestrati sui conti correnti dei mafiosi - ha spiegato il ministro dell'Interno - vanno a finire subito nel fondo giustizia che dispone di oltre 800 milioni di euro in contanti". Solo nelle operazioni portate a termine questa mattina, sono stati recuperati 240 milioni di euro.
Maroni ha ricordato che per i comuni di Varese, Busto Arsizio e Gallarate, firmatari del 'Patto della Sicurezza', saranno avviati corsi di formazione riservati alle forze dell'ordine ai quali potrà aderire anche la polizia locale. Il ministro ha citato anche il progetto presentato dal comune di Varese che prevede la realizzazione di un sistema per l'interazione di tutte le forze dell'ordine e l'utilizzo delle telecamere in città.
Per le aree dei tre laghi prealpini di Como, Lugano e Maggiore Maroni ha annunciato l'intenzione di lanciare entro la primavera un patto di sicurezza, in collaborazione con il Piemonte e il Canton Ticino, sul modello già sperimentato per il lago di Garda.