"Siamo volontari, non volenterosi". Così si esprimono Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore, Fausto Casini, coordinatore della Consulta del Volontariato, Emma Cavallaro, presidente della ConVol e Marco Granelli, presidente di CSVnet, enti promotori dell'Assemblea del Volontariato del 4 e 5 dicembre prossimi.
Il Volontariato ha da tempo superato la fase pioneristica dell'azione spontaneistica, individuale ed impulsiva.
Ciononostante è spesso visto, specie dalle Istituzioni, come un'entità astratta il cui valore non viene affatto compreso ma solamente affermato in via teorica. I volenterosi, appunto. Ma non i volontari.
L'Assemblea del 4 e 5 dicembre prossimi si pone dopo 18 anni dalla Legge (266/91) che disegnò i tratti del Volontariato italiano, anticipa di un anno quella Governativa che questa legge fissa a cadenza triennale e di due l'Anno Europeo del Volontariato (2011).
Per 40mila associazioni e per 6 milioni di volontari è giunto il momento di fare il punto.
Superati i tempi dell'azione spontaneistica il Volontariato è oggi strutturato in reti attraverso cui i cittadini volontari operano per il bene comune, individuano bisogni e già offrono risposte.
Il Volontariato come antenna anticipatrice delle richieste emergenti dai territori ma anche come forza capace di "tenere insieme" un Paese che in molti suoi aspetti appare sfilacciato e senza più il senso del bene comune e della coesione sociale.
Il Volontariato non può restare ad osservare ma vuole fornire il suo contributo alla soluzione della crisi - non solo economica - che attraversa il nostro Paese, elaborando concrete ed originali prospettive di lavoro che partano dai propri valori e dalle proprie attitudini, ridando il senso del "noi" e non più dell'"io".
E' una forte assunzione di responsabilità: quanto sia sentita lo mostrano tra l'altro le numerosissime adesioni ai 5 incontri locali (Napoli, Torino, Firenze, Roma e Verona) preparatori dell'Assemblea Nazionale.