Amnesty International ha reso noto che alcuni attivisti per i diritti umani sono finiti nel mirino delle autorità durante e dopo la visita ufficiale in Cina del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
Nel corso della visita, le forze di sicurezza di Pechino hanno costretto agli arresti domiciliari o tenuto sotto rigida sorveglianza decine di avvocati e attivisti, impedendo loro di avere qualsiasi contatto con i giornalisti stranieri.
La mattina del 19 novembre l'avvocato Jiang Tianyong è stato fermato dalla polizia all'uscita della propria abitazione, nel quartiere di Haidian di Pechino, mentre era in procinto di accompagnare la figlia a scuola. Jiang, che era rientrato appena 48 ore prima da un viaggio negli Usa, è stato trattenuto per 13 ore dalla polizia. Quando ha protestato contro l'illegalità di questa situazione, gli agenti gli hanno riferito che era trattenuto per "aver attaccato la polizia". È stato rilasciato nel corso della giornata, con l'avvertimento che "la faccenda non finisce qui". La mattina dopo, sei agenti di polizia hanno tentato di impedirgli di uscire di casa, per poi desistere.
Altri avvocati che si occupano di diritti umani, tra cui Li Xiongbing, Li Heping e Mo Shaoping hanno subito intimidazioni: agenti di polizia si sono fatti vedere all'esterno delle loro abitazioni, rimanendovi anche per lungo tempo.
Prima della visita del presidente Obama, molti attivisti per i diritti umani avevano denunciato le intimidazioni della polizia e la pesante presenza di agenti di sicurezza di fronte alle loro abitazioni. Nel corso della visita, alcuni di essi sono stati portati fuori dalla capitale o sono stati trattenuti nelle "celle nere", centri di detenzione non ufficiali.
Gli avvocati e gli attivisti cinesi vanno incontro a violazioni dei diritti umani tra cui maltrattamenti e torture, intimidazioni e arresti arbitrari unicamente a causa del loro impegno pacifico in favore dei diritti umani.