Nel 2008 le denunce pervenute all'INAIL sono state 57.924 (-0,12%). Diminuiscono anche i casi mortali (78 contro le 100 del 2007), ma aumentano gli incidenti per gli immigrati. I più colpiti sono i rumeni
ROMA - Sono 57.924 gli infortuni sul lavoro registrati nel Lazio nel 2008, con una lieve flessione (-0,12 %) rispetto all'anno precedente, quando i casi denunciati erano 57.994. A diminuire sono soprattutto gli incidenti che avvengono in occasione di lavoro (-1,3% pari a 676 unità) mentre quelli in itinere (durante il percorso casa/lavoro/casa) aumentano dell' 8,1%, pari a 606 unità. Scende anche il numero dei casi mortali: dai 100 casi del 2007 si è passati ai 78 del 2008. Ma continuano ad aumentare gli infortuni dei lavoratori stranieri, che nel 2008 sono stati 5.594 contro i 5.170 del 2007. Lo rivela il rapporto annuale 2008 dell'INAIL Lazio presentato a Roma.
Secondo l'Istituto la diminuzione generale degli incidenti, seppur lieve, rappresentata comunque un dato positivo soprattutto se ricondotta al quadro macro-economico e occupazionale della regione, che nel 2008 ha visto un aumento, in termini di forza lavoro, pari al +2,6% (a fronte di un dato Italia attestatosi al + 1,5%).
Non migliora, però, la situazione dei lavoratori stranieri. Nel Lazio gli infortuni subiti dagli immigrati nel 2008 registrano un aumento (in controtendenza rispetto all'andamento del fenomeno per i lavoratori italiani) arrivando a 5594 casi rispetto ai 5170 del 2007. La comunità più colpita è quella rumena: 1871 casi, pari al 33% del totale. Seguono i lavoratori albanesi (251) e polacchi (247) che si attestano entrambi sul 5% del totale. Per quanto riguarda, invece, gli infortuni mortali si conferma, in linea con il dato dei lavoratori italiani, una riduzione del fenomeno (-27%): si passa infatti dai 19 casi del 2007 ai 14 del 2008. Sono sempre i rumeni a subire il bilancio più grave con 6 morti bianche registrate, pari al 45% del totale.
In generale, per quanto riguarda i casi mortali, il pericolo maggiore resta la strada. I decessi registrati nel Lazio nel 2008 sono stati 78 (22 in meno rispetto al 2007). Di questi la maggior parte, pari a 48 casi, è avvenuta sulla strada: 23 in occasione di lavoro (autotrasportatori, commessi viaggiatori, addetti alla manutenzione delle strade ecc) e 25 in itinere.
A livello territoriale è nella Capitale che si concentra la maggior parte degli infortuni e delle morti sul lavoro registrata nella regione Lazio. Nel 2008 a Roma e provincia gli incidenti denunciati all'Inail sono stati 43.114 con un lieve incremento rispetto all'anno precedente dello 0,3% (nel 2007 erano 42.968); mentre le morti sono state 46 su un totale di 78. Per quanto riguarda le province, Rieti (-2,6%), Frosinone (-3,5%) e Viterbo (-3,1%) fanno registrare una contrazione del fenomeno, mentre a Latina i casi aumentano del 2% rispetto al 2007. La provincia pontina è, dopo Roma, la zona dove si verificano più incidenti sul lavoro con 5.345 casi denunciati, segue Frosinone con 5.337, Viterbo con 2.581 e Rieti con 1.627. Per le morti bianche la maglia nera spetta a Roma con 46 casi, seguita da Frosinone (14), Viterbo (10), Latina (7) e Rieti con una sola morte sul lavoro registrata nel 2008.
Rispetto ai settori di attività, invece, la quasi totalità degli infortuni si verifica nell'industria e servizi che ha fatto registrare per il 2008 52.680 casi, (erano 52.901 nel 2007), con una riduzione percentuale dello 0,4%. La flessione maggiore si è verificata nel settore manifatturiero che ha visto un calo del 9% rispetto al 2007. Diminuiscono gli infortuni anche nelle costruzioni, dove la riduzione è stata del 7,4%. Il trend si conferma anche per l'agricoltura, dove nel 2008 si sono verificati 2014 infortuni (- 3,8%) contro i 2094 del 2007.
"La prevenzione degli infortuni sul lavoro deve compiere uno sforzo per passare da emergenza culturale a emergenza fattuale", sottolinea il direttore regionale dell'Inail Lazio Antonio Napolitano. "Dopo il periodo della sensibilizzazione culturale, indirizzata ai cittadini lavoratori bisogna passare alla prevenzione agita grazie allo strumento normativo del Testo unico sulla sicurezza". (e/c roma)