Questa mattina il Comune di Milano ha proceduto allo sgombero del campo abitato da circa 200 persone, per lo più cittadini rom di nazionalità rumena, in Via Rubattino a Milano. Tra gli abitanti numerosi minori.
"Come ormai succede da anni durante l'era De Corato, anche in questo caso, lo sgombero è avvenuto senza alcuna preventiva notifica agli interessati di un provvedimento formale di sgombero, come previsto, invece, dalla normativa nazionale e internazionale, senza alcuna consultazione e dialogo con gli interessati, senza alcuna comunicazione preventiva e, dunque, senza possibilità di contraddittorio e di difesa" affermano i referenti del Naga che, da mesi, con il servizio di Medicina di Strada portano assistenza agli abitanti dell'area "inoltre ancora una volta, si è provveduto allo sgombero senza che a tutti i nuclei familiari fosse prospettata un'adeguata alternativa abitativa, nonostante le richieste delle diverse associazioni che da mesi seguono la vicenda e senza che fossero adottate misure atte a proteggere i diritti all'abitazione, all'istruzione e alla salute delle persone", prosegue il Naga "proprio temendo uno scenario di questo tipo, gli avvocati Pietro Massarotto, Livio Neri e Alberto Guariso, appoggiati dalla volontà e dalle risorse del Naga, Avvocati Per Niente e ASGI Lombardia, hanno depositato un ricorso cautelare volto ad impedire lo sgombero del campo" concludono i referenti del Naga.
Lo sgombero del campo di Via Rubattino avviene a 7 giorni dall'udienza già fissata avanti al Giudice Miccichè del Tribunale di Milano, ostacolando così l'accertamento giudiziale dei diritti in questione e impedendo ai bambini di continuare a frequentare le scuole. Tuttavia il giudice dovrà ancora pronunciarsi sulle richieste volte a garantire il diritto all'istruzione e ad un'abitazione.
Nei prossimi giorni il Naga valuterà le azioni da intraprendere di fronte all' ennesima dimostrazione, da parte del Comune di Milano, di come intende gestire le questioni legate alla presenza di cittadini rom di nazionalità rumena sul territorio: attraverso allarmismo, invocazione di emergenze inesistenti e come "problemi" di ordine pubblico e non di tutela di diritti fondamentali.
Il Naga continuerà comunque a portare assistenza nelle aree dismesse della città e ribadisce, in opposizione alla retorica istituzionale che solo finge di trovare soluzioni, la sua contrarietà alla politica degli sgomberi effettuati oltretutto senza alternative abitative condivise, accettabili e non forzate.
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