Roma, 19 novembre 2009 - Medici Senza Frontiere (MSF) ritira la propria equipe da Lampedusa, a causa della drastica riduzione del numero di migranti e di richiedenti asilo che approdano sull'isola. Tra maggio e ottobre del 2008, secondo i dati raccolti da MSF, più di 21mila migranti e rifugiati erano arrivati a Lampedusa, dopo un pericoloso viaggio attraverso il Mar Mediterreaneo. Nello stesso periodo del 2009, le equipe di MSF hanno registrato meno di 200 migranti. MSF è estremamente preoccupata per il destino degli immigrati a cui è impedito giungere in Italia.
Per anni Lampedusa ha costituito il normale luogo di approdo per i migranti che attraversano il Mar Mediterraneo. Dal 2002, MSF ha fornito assistenza medica ai migranti sbarcati sull'isola. A causa del lungo e pericoloso viaggio in mare, la maggior parte di loro presentava patologie osteo-muscolari, ustioni provocate dall'esposizione al sole e dal contatto con la benzina dei motori, e disidratazione, oltre a traumi psicologici. Nel tempo è aumentato il numero di donne incinte e bambini: nel 2008 MSF aveva rilevato che il 10% delle donne erano in stato di gravidanza.
Nel 2008, MSF aveva fornito assistenza medica a più di 1400 migranti e rifugiati sbarcati a Lampedusa. Buona parte delle persone visitate da MSF proveniva dall'Africa subsahariana, un terzo dai paesi dell'Africa orientale, come Somalia ed Eritrea. Erano sopravvissuti al lungo e difficile viaggio per fuggire da conflitti, povertà e violazione dei diritti umani. Durante il viaggio i migranti sono spesso vittime di maltrattamenti, violenza e anche stupri. Da maggio 2009, MSF ha prestato assistenza a circa 160 pazienti.
All'inizio di quest'anno, il governo italiano ha avviato nuove misure per contenere il flusso di immigrati verso l'Italia. In questi mesi molte imbarcazioni sono state intercettate in mare e poi respinte verso la Libia. Il primo "ritorno forzato" ufficiale ha avuto luogo a maggio. Ai migranti e richiedenti asilo che vengono respinti in Libia, mentre si trovano ancora in mare, viene negata l'opportunità di sbarcare in Europa e di ricevere l'assistenza umanitaria a cui hanno diritto.
"Quando visitiamo i pazienti, veniamo spesso a conoscenza di storie terribili", dichiara Antonio Virgilio, capo missione di MSF per Italia e Malta. "I migranti attraversano il deserto, vengono rinchiusi in prigioni in cui vengono negati loro cibo e acqua, vengono maltrattati, picchiati e le donne addirittura violentate. Vivono un vero e proprio inferno prima di riuscire a salire a bordo di un'imbarcazione per raggiungere l'Italia o Malta. Adesso vengono anche respinti e così sono costretti a rivivere l'incubo un'altra volta. La loro salute e le loro vite sono ancora più a rischio".
MSF ha ritirato in questi giorni l'equipe da Lampedusa, dal momento che il numero dei migranti giunti sull'isola è ormai estremamente basso. "Ci risulta che alcune imbarcazioni con migranti a bordo siano state inviate a Porto Empedocle, in Sicilia, dove abbiamo cercato di valutare le condizioni degli immigrati al momento dello sbarco per fornire loro assistenza medica, ma le autorità non ci hanno dato ancora alcuna risposta a riguardo", spiega Loris De Filippi, coordinatore delle operazioni di MSF.
MSF continua a fornire assistenza umanitaria e medica agli immigrati e ai rifugiati che si trovano in Italia meridionale.
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