Sono cominciati questa mattina a Copenaghen i lavori della Pre-Cop, la consultazione informale ministeriale preparatoria della conferenza Onu sull'Ambiente di dicembre, il cui principale obiettivo è sciogliere i nodi ancora aperti per una intesa politica sulla riduzione delle emissioni di gas serra per il periodo post 2012. Alla luce degli esiti della riunione Apec di Singapore che ha fatto emergere ciò che ormai era evidente in merito alla difficoltà di raggiungere un accordo legalmente vincolante, la riunione di oggi si è concentrata sugli aspetti politici di un intesa globale sul clima. «Sapevamo ormai da settimane - spiega il Ministro Stefania Prestigiacomo - che a dicembre si sarebbe definita la sola cornice politica dell'accordo globale sul clima e che gli aspetti legali sarebbero stati rinviati di qualche mese. Gli Usa non sono pronti ad assumere impegni vincolanti in mancanza di una legislazione interna sui cambiamenti climatici e di conseguenza le principali economie emergenti non si espongono su quali impegni assumere. Anche l'intesa politica è delicata e difficile per tanto da ora al 15 dicembre si continuerà incessantemente a negoziare. Sbaglia chi liquida la prospettiva di un accordo politico come un "fallimento". Al contrario, da oggi la questione del clima torna su un terreno di concretezza che è il solo possibile per arrivare ad un risultato vero, cioè globale e condiviso. Diversamente da quanto avvenuto con il protocollo di Kyoto che ha vincolato solo una parte minoritaria dell'economia globale. L'Europa deve ora recuperare in fretta la leadership negoziale se vuole essere protagonista dell'intesa politica. A questo proposito non sono servite fughe in avanti. L'avere assunto impegni in solitudine e con largo anticipo (il pacchetto 20-20-20 lo scorso anno) non ha pagato come in tanti sostenevamo». «L'Italia - rileva ancora il Ministro dell'Ambiente - ritiene in ogni caso un obiettivo prioritario per la crescita e la competitività della nostra economia, investire nell'efficienza energetica e nelle tecnologie a basse emissioni. E questo è il terreno concreto di convergenza tra i paesi e le imprese protagoniste dell'economia mondiale sul quale concentrarsi come abbiamo verificato nel G8 italiano».

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