Lo hanno affermato il commissario straordinario Marino e il sottosegretario all'Interno Mantovano a Catanzaro in una riunione con i prefetti della Calabria. In programma altri incontri in Campania, Sicilia e Puglia Per combattere il racket è fondamentale il contributo attivo delle vittime, attraverso la denuncia e la costituzione di un 'fronte comune' grazie all'associazionismo. È l'opinione condivisa dal commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Giosuè Marino e dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano che a Catanzaro, hanno incontrato i prefetti della Calabria per ragionare insieme, sulla base dei dati forniti sul fenomeno dalle prefetture, su come velocizzare il risarcimento dei danni a chi subisce il racket. Lo scopo, ha spiegato il commissario Marino, è «anche di spingere alla denuncia le vittime», considerando che «i numeri complessivi delle denunce sono molto contenuti e limitati rispetto alla diffusione del fenomeno». Dato, questo, confermato anche da Mantovano nel primo pomeriggio durante un seminario sul tema presso l'Università di Catanzaro: le denunce, a livello nazionale, sembrano in calo, dalle 6.723 nel 2008 alle 2.832 nel primo semestre 2009. Il messaggio da veicolare, dunque, secondo il commissario antiracket, è che «da soli si è più deboli e insieme si diventa più forti per fronteggiare le rappresaglie della criminalità», ricordando che «su questo fronte non può essere delegato tutto alle forze di polizia ma ciascuno deve fare la propria parte», nella consapevolezza che denunciare significa tutelare la sicurezza dei beni e della persone. Sulla stessa linea Mantovano, che individua uno dei limiti della lotta al racket nella «scarsa presenza delle associazioni». Una «lacuna che va colmata», ha detto il sottosegretario, auspicando in questo senso la collaborazione delle associazioni di categoria. Incontri analoghi a quello di Catanzaro si svolgeranno, ha annunciato Mantovano, anche in Campania, Sicilia e Puglia.

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