Lucca - "Il contributo economico offerto dal volontariato al Terzo settore è pari al 68 per cento delle attività. E se si considerano i paesi europei nei quali le politiche di welfare e di cittadinanza sono particolarmente sviluppate, si scopre che il volontariato cresce nei numeri ed ha come caratteristica la completa gratuità".
A spiegarlo, tirando le somme della ricerca sul volontarato europeo presentata nel corso del convegno internazionale "Il Volontariato in Europa: la ricerca come strumento per scegliere" (organizzato a Lucca dal dal Centro nazionale per il volontariato in collaborazione con la Regione Toscana, CSVnet, Cesvot e Fondazione Volontariato e Partecipazione), è Rossana Caselli, responsabile della formazione e dei rapporti con l'Europa per il Cnv.
"Prendiamo ad esempio il caso della Svezia, dove ci sono più volontari che nel resto d'Europa. Ne emerge un quadro confortante - prosegue la Caselli - fatto da buone politiche sociali e, soprattutto, da un volontariato ben organizzato e totalmente gratuito".
Tre sono gli argomenti più importanti che le delle organizzazioni nazionali che hanno condotto la ricerca hanno individuato in questa prima lettura congiunta: il primo tema riguarda i punti in comune e le specificità del volontariato in Europa oggi; seguono poi gli aspetti legati all'impatto del volontariato (per far emergere quel "lavoro" che gratuitamente offrono i volontari, sia inteso come contributo individuale sia in forme organizzate e che non trova riscontro nel PIL dei diversi paesi); infine il terzo punto riguarda il quadro legislativo e fiscale e la necessità di avere più leggi a supporto del volontariato.
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